L’Amministrazione Trump ha nuovamente annunciato di essere vicina a un accordo sulla gestione del social cinese TikTok. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le trattative ruoterebbero correntemente attorno a un consorzio di investitori americani composto da Oracle, Silver Lake e Andreessen Horowitz. Questo triumvirato imprenditoriale acquisirebbe l’80% di una nuova società creata ad hoc, lasciando agli azionisti cinesi la quota restante del 20%. Facendo riferimento a ragioni di sicurezza nazionale, tuttavia, la gestione dei dati verrebbe affidata interamente a Oracle, questo nonostante l’azienda sia già stata accusata in passato di utilizzare tecnologie invasive per tracciare e profilare illecitamente i cittadini.
Le negoziazioni si sarebbero intensificate in occasione degli incontri commerciali svoltisi nei giorni scorsi a Madrid tra diplomatici statunitensi e cinesi, un’accelerazione che sarebbe giustificata anche all’approssimarsi della scadenza del 17 settembre, data entro la quale TikTok rischiava altrimenti la chiusura. Trovare un’intesa, però, resta complesso: il destino della piattaforma è ormai uno dei temi più delicati nelle relazioni politiche e contrattuali tra Washington e Pechino. Per rispondere alle preoccupazioni bipartisan legate alla sicurezza nazionale, TikTok avrebbe messo a punto una nuova app dedicata al mercato americano, con algoritmi di raccomandazione sviluppati da ingegneri locali e tecnologia concessa in licenza dalla casa madre cinese, ByteDance. Sempre secondo il WSJ, il nuovo assetto prevederebbe anche un consiglio di amministrazione a maggioranza statunitense, con un membro designato direttamente dal governo americano.
Sebbene i termini dell’accordo non siano stati ancora ufficializzati, è evidente che restino molti, moltissimi, nodi da sciogliere. Ciò nonostante, il Presidente Donald Trump ha deciso di estendere attraverso un ordine esecutivo [1] la scadenza dei termini precedentemente prevista, rinviandola al 16 dicembre. In ogni caso, si prospetta uno scenario in cui sarà chiesto agli utenti di trasferirsi su una nuova applicazione, attualmente in fase di test. Se le indiscrezioni della testata fossero confermate dai fatti, il flusso di dati della piattaforma verrebbe convogliato interamente nei server texani di Oracle, che da tempo [2] si sta avvicinando a TikTok, con l’intenzione di gestirne il traffico.
La presenza di Oracle nel consorzio era quasi scontata, tuttavia non manca comunque di sollevare parecchie perplessità. Pur essendo oggi nota soprattutto per le sue soluzioni cloud dedicate alla gestione dei database, l’azienda affonda le sue origini [3] in un progetto della CIA e ha mantenuto a lungo rapporti privilegiati con l’intelligence e le polizie statunitensi. A pesare ulteriormente sul quadro ci sono i recenti coinvolgimenti in una class-action [4] per una massiccia fuga di dati e le accuse di profilazione illecita, sedate in passato [5] attraverso risarcimenti milionari. Negli ultimi giorni Oracle è tornata sotto i riflettori anche per un accordo da 300 miliardi di dollari con la società di intelligenza artificiale OpenAI: un’intesa dal sapore più visionario che concreto, che non ha comunque impedito ai mercati di reagire con entusiasmo e al CEO Larry Ellison di diventare – seppur per breve tempo – l’uomo più ricco del mondo [6].