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Soldati israeliani in vacanza in Italia: il governo chiamato a rispondere in Parlamento

L’Italia continua a essere meta dei soldati israeliani, che sin dal 2024 giungono nella Penisola per “decomprimere” dopo lo stress derivato dal genocidio palestinese. Stando a quanto si apprende da fonti di stampa e dai gruppi parlamentari di opposizione, i militari avrebbero scelto come mete la Sardegna e le Marche, dove sarebbero presenti in mera veste di turisti. Eppure, i membri dell’IDF giunti nel nostro Paese sarebbero “monitorati” da agenti della DIGOS, che ne registrerebbero gli spostamenti per evitare eventuali attacchi alla loro persona, fungendo di fatto come loro scorta. Di fronte alle proteste della società civile, il Movimento 5 Stelle – seguito a ruota da AVS e dal PD – ha annunciato la presentazione di interrogazioni parlamentari: il governo è chiamato a spiegare se e in quale misura abbia avuto ruolo nell’organizzazione, nell’accoglienza o nella tutela di queste trasferte.

Secondo le ricostruzioni, non si tratterebbe di episodi isolati, ma di una pratica consolidata almeno dal 2024, proseguita anche nell’anno corrente. I militari, in gruppi di decine di persone, vengono ospitati in resort di lusso, come il Mangia’s resort a Baia Santa Reparata in Sardegna, o in case private nelle Marche, tra località come Sirolo, le Grotte di Frasassi e Porto San Giorgio. Fonti informate, citate [1] dall’agenzia ANSA, hanno precisato che non esiste una «tutela di gruppi o delegazioni di militari israeliani in quanto tali», ma un monitoraggio di «turisti che potrebbero essere soggetti a minacce» perché considerati sensibili nel contesto del conflitto e delle mobilitazioni pro-Palestina. L’Italia sarebbe stata scelta come meta perché considerata «Paese amico e sicuro». La scoperta dei soldati israeliani in vacanza in Italia ha scatenato immediate proteste da parte di attivisti locali, come il gruppo Lungoni per la Palestina, che hanno organizzato sit-in davanti ai resort. Consiglieri regionali sardi hanno inviato una lettera alla Geasar, gestrice dell’aeroporto di Olbia, chiedendo la sospensione del volo per Tel Aviv, spiegando che non si possono concedere attività turistiche a un governo «che deve rispondere di crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale».

Il primo gruppo politico a sollevare la questione in entrambi i rami del Parlamento è stato il M5S. «Ho depositato un’interrogazione parlamentare urgente per chiedere al governo come sia possibile la presenza regolare di tali militari in vacanza sul nostro territorio – ha scritto [2] sui propri canali social la deputata pentastellata Stefania Ascari – Esistono degli accordi tra il Governo italiano e lo Stato terrorista Israele? C’è qualcuno che li protegge? Ospitare questi soldati colpevoli di crimini di guerra e contro l’umanità, per cui la Corte Penale internazionale ha emesso mandati di arresto verso chi li ordina, è di una gravità inaudita». Le ha fatto eco la senatrice M5S al Senato Alessandra Maiorino, che ha annunciato [3] il deposito di una interrogazione parlamentare a Palazzo Madama «per fare chiarezza su quanto riportato dalla stampa e capire chi ha spalancato le porte a questa oscena operazione, mentre a Gaza continua il genocidio e si continua a morire di fame e di sete». Anche PD e AVS si sono uniti al coro, chiedendo conto dell’ennesimo presunto tassello della «complicità politica e morale» tra Roma e Tel Aviv e censurando i «tentennamenti» di Palazzo Chigi sulla questione.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.