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Carceri invivibili: il sovraffollamento tocca il 134,9% della capienza

Il numero di detenuti nelle carceri ha ufficialmente superato le 63 mila unità, a fronte di una capacità reale di 46.705. A darne notizia è il segretario generare di UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino de Fazio, che riporta l’accento su di una problematica strutturale del nostro sistema per la quale il termine emergenza suona ormai inadatto. Il sovraffollamento reale sfiora così il 135% ma, come sottolinea il sindacato, si tratta solamente di un valore medio, che conta picchi che superano di molto il 200% di presenze.

Nell’ultimo report [1] dell’associazione per i diritti dei detenuti Antigone, denominato Senza respiro (i cui dati si riferiscono ad aprile 2025), sono infatti stati registrati picchi di superamento della capienza massima del 220% – è il caso del carcere di Milano San Vittore, cui segue quello di Foggia (212%) e Lucca (205%). Secondo Antigone, 58 carceri su 189 (un terzo del totale) ha un tasso di sovraffollamento pari al 150%. Numeri che crescono esponenzialmente nell’analisi [2] del garante nazionale dei detenuti, pubblicata a fine maggio 2025, la quale riporta che sono 157 (l’83% del totale) gli istituti in condizioni di sovraffollamento, 63 quelli dove il tasso supera il 150%. Nel carcere di Lucca, riporta il garante, il tasso di sovraffollamento arriva a superare il 236%. E negli ultimi mesi, stando ai dati [3] UILPA, la situazione non ha fatto che peggiorare.

Del totale dei detenuti, un terzo si trova in un istituto penitenziario per reati legati alla droga, 16 mila per aver commesso reati minori. Nel giugno di quest’anno, i garanti hanno chiesto [4] al governo che per questi ultimi sia autorizzato l’indulto (o, in alternativa, una liberazione anticipata speciale), manovra che allenterebbe notevolmente la pressione sulle carceri. Il governo, però, sembra avere altri progetti: alla fine di luglio è stato infatti annunciato [5] il nuovo piano carceri, nel quale ci si propone in primo luogo di costruire nuovi edifici per i detenuti, con l’obiettivo di aumentare la capienza complessiva del sistema penitenziario di circa 10 mila unità. Gli interventi in programma sono in tutto 60, 30 dei quali ancora da iniziare.

Eppure, una delle problematiche determinanti per tale livello di sovraffollamento è proprio la fatiscenza delle strutture già esistenti: secondo l’analisi del garante, a fronte di una capienza regolamentare di 51.285 posti, quelli effettivamente disponibili si riducono a 46.706 (4.579 posti in meno). Questo dipende dall’inagibilità di numerose camere di pernottamento – in alcuni casi, di intere sezioni detentive. Metà dei posti che il governo intende rendere disponibili, dunque, andranno a coprire il buco attualmente esistente per via della mancata manutenzione delle strutture. Inoltre, secondo il parere di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, rivolgersi all’edilizia per risolvere i problemi delle carceri è un escamotage di lunga data, che rischia di «aggravare la situazione del sistema penitenziario».

Come scrive il garante, «il sovraffollamento degli istituti penitenziari non può essere definito una emergenza, ma piuttosto una costante del sistema penitenziario, che solo in alcuni momenti ha subito una deflazione esemplare». E, con l’attuale governo, si sta assistendo a un rapido aumento della popolazione carceraria soprattutto a causa dell’approvazione di norme che introducono nuovi reati e aggravano le pene per quelli esistenti. Si tratta del decreto Sicurezza, che introduce 14 nuove fattispecie di reato, ma anche il decreto Caivano [6], che sta contribuendo ad aumentare [7] drasticamente la popolazione carceraria minorile. In quest’ambito, l’Italia è passata dal costituire un modello a livello europeo a ritrovarsi ora a dover affrontare il problema del sovraffollamento anche negli istituti minorili.

E se è vero che il 2024 è stato l’anno nero dei suicidi, con 91 detenuti che si sono tolti la vita – dato mai registrato fino ad ora -, il 2025 non promette di essere migliore. Sono già 57 i detenuti e 3 gli operatori che si sono tolti la vita nei primi otto mesi di quest’anno, denuncia UILPA. D’altronde, un numero tanto alto di ristretti non si registrava [8] dal 2013, quando la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato il nostro Paese per i trattamenti inumani e degradanti generalizzati all’interno delle case circondariali dello Stivale – proprio a causa, nemmeno a dirlo, del sovraffollamento diffuso.

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Valeria Casolaro

Ha studiato giornalismo a Torino e Madrid. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, frequenta la magistrale in Antropologia. Prima di iniziare l’attività di giornalista ha lavorato nel campo delle migrazioni e della violenza di genere. Si occupa di diritti, migrazioni e movimenti sociali.