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Israele richiama 60 mila riservisti per completare l’occupazione di Gaza City

Il ministro israeliano Israel Katz ha approvato il piano di conquista di Gaza City e richiamato 60 mila riservisti a questo scopo. La notizia, anticipata ieri dai quotidiani israeliani, è stata confermata [1] poco fa dal ministero della Difesa israeliano all’AFP. Dettagli ufficiali non sono ancora stati resi noti, ma funzionari del ministero avrebbero riferito ai quotidiani che l’operazione si chiamerà “Carri di Gedeone B”, richiamando l’offensiva [2] lanciata a maggio di quest’anno, che ha permesso all’IDF di occupare una vasta porzione (circa il 75%) della Striscia. Nel frattempo, Israele si è ancora espresso sulla proposta di cessate il fuoco approvata da Hamas ed i cui termini, secondo i mediatori, sono pressochè identici a quelli già approvati da Tel Aviv nel corso dei precedenti colloqui.

L’operazione Carri di Gedeone B, secondo quanto riferito dal Times of Israel (che cita funzionari di governo) dovrebbe prevedere lo sfollamento da Gaza City di circa un milione di palestinesi, che avrebbero tempo fino al 7 ottobre 2025 per spostarsi a sud dell’enclave. Per portare a termine le operazioni, il ministro della Difesa Israel Katz avrebbe richiamato 60 mila riservisti, che andrebbero ad aggiungersi alle decine di migliaia già mobilitate. L’esercito avrebbe dichiarato [3] che le operazioni di offensiva alla periferia di Gaza City sono già iniziate. Solamente due settimane fa, il governo [4] aveva dato il via libera al piano di invasione dell’intera Striscia, il quale prevede “il disarmo di Hamas; il ritorno di tutti gli ostaggi vivi o deceduti; la smilitarizzazione della Striscia di Gaza; il controllo di sicurezza israeliano nelle Striscia; l”istituzione di un’amministrazione civile alternativa che non sia né Hamas né l’Autorità Nazionale Palestinese”, con l’obiettivo di impossessarsi di quel 25% del territorio della Striscia ancora non sotto il controllo dell’IDF.

Nel frattempo, il governo di Tel Aviv non si è ancora espresso sulla proposta di cessate il fuoco avanzata dai mediatori (Egitto, Qatar e USA) e accettata da Hamas. Majid al-Ansari, portavoce del ministro degli Esteri del Qatar, ha confermato [5] alla stampa che Hamas ha accettato il piano, che è «quasi del tutto identico» alla proposta di cessate il fuoco avanzata dall’inviato speciale USA Steve Witkoff un paio di mesi fa e che comprende «quasi tutto quanto era stato approvato da Israele» nel corso dei precedenti colloqui. La proposta include un percorso per arrivare alla definitiva fine della guerra, con un cessate il fuoco temporaneo di 60 giorni durante il quale verranno scambiati prigionieri e ostaggi, insieme a un «riposizionamento» delle forze israeliane presenti sul campo e ad un aumento delle forniture di aiuti militari.

Intanto, la soglia di civili uccisi dall’inizio dell’offensiva militare israeliana, iniziata ormai due anni fa, ha superato le 62 mila unità. Di questi, circa 19 mila sono bambini, per i quali «A Gaza non esistono posti sicuri» ha dichiarato [6] Philippe Lazzarini, Commissario Generale dell’UNRWA (l’Agenzia ONU per i profughi palestinesi). In questo contesto, le scuole dell’Agenzia sono diventate «rifugio per centinaia di migliaia di persone». Negli ultimi 5 mesi, secondo [7] l’UNICEF, sono stati uccisi oltre 540 bambini al mese. Solamente dall’alba di oggi, riporta Al-Jazeera, almeno 28 persone sono state uccise nella Striscia, 7 delle quali stavano cercando di procurarsi aiuti umanitari nei pressi del campo rifugiati di Nuseirat, nel centro di Gaza. Nella sola giornata di ieri, 51 persone sono state uccise.

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Valeria Casolaro

Ha studiato giornalismo a Torino e Madrid. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, frequenta la magistrale in Antropologia. Prima di iniziare l’attività di giornalista ha lavorato nel campo delle migrazioni e della violenza di genere. Si occupa di diritti, migrazioni e movimenti sociali.