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La Spagna in fiamme: incendi senza precedenti stanno devastando il nord-ovest del Paese

«Una situazione dantesca e senza precedenti». Con queste parole la ministra della Difesa spagnola Margarita Robles ha descritto l’inferno che da settimane divampa nel nord-ovest del Paese iberico. Circa 350mila ettari di vegetazione sono già ridotti in cenere – un record assoluto, avendo superato i 306.555 del 2022 – nonostante il numero di roghi (223) sia quasi dimezzato rispetto all’anno precedente. Un paradosso agghiacciante che sintetizza la virulenza di fuochi alimentati da ondate di calore estreme, venti furiosi e una siccità cronica. «Nei vent’anni dell’Unità militare d’emergenza non avevamo visto nulla di simile», ha aggiunto Robles, mentre il premier Pedro Sánchez esprimeva «tristezza e desolazione» per le quattro vittime registrate a causa dei roghi, tra cui un vigile del fuoco morto il 17 agosto a León, ribaltatosi con l’autobotte diretta al fronte delle fiamme.

Il cuore dell’emergenza batte in Castiglia e León, dove si concentrano 30 dei 40 focolai attivi. Qui il fuoco ha costretto all’evacuazione più di 3.000 persone da 60 diversi comuni. Molti centri sportivi sono stati trasformati in rifugi d’emergenza. Dieci paesi della Valle del Valdeón, tra cui la turistica Caín, sono stati sgomberati mentre le fiamme lambivano il Parco Nazionale de los Picos de Europa. Patrimoni dell’Umanità come il parco naturale di Las Médulas sono già stati devastati. Nel frattempo, nelle ultime ore il governo regionale ha dichiarato [1] un’allerta per l’intera regione e un’allerta estrema per alcuni comuni di León, Zamora e Palencia da oggi fino al 22 agosto. La minaccia incombe anche in Galizia: due mega-incendi tra Ourense e El Bierzo rischiano infatti di fondersi in un “super-rogo” che, come avvertono gli esperti, potrebbe mettere in serio pericolo i soccorritori. Con l’8% del territorio di Ourense già distrutto, autostrade interrotte e la linea ferroviaria Madrid-Galizia sospesa da cinque giorni, la regione è paralizzata. Giovedì scorso, l’area interessata dagli incendi ha raggiunto i 157.501 km², secondo il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS). Ciò significa che più della metà del territorio bruciato è andato in fiamme in meno di una settimana.

Specchio della catastrofe in corso è diventato [2] il celebre Cammino di Santiago. Le autorità hanno infatti ordinato a migliaia di pellegrini di abbandonare l’itinerario e raccomandato di cancellare i viaggi programmati, con la Protezione Civile che ha invitato i familiari e conoscenti dei pellegrini che sono già sul posto e senza la possibilità di usare internet ad avvisarli del pericolo e delle restrizioni. Nell’Estremadura, l’incendio di Jarilla – attivo da sette giorni su un perimetro di un centinaio di chilometri – resta «completamente fuori controllo». Le immagini diffuse sui social mostrano un paesaggio apocalittico: cieli rossi, foreste divorate, autobus della Renfe che avanzano tra cortine di fumo. «Capisco il dramma di chi perde tutto, ma affrontare il fuoco è compito di professionisti», ha dichiarato Robles, raccomandando di seguire le indicazioni dei tecnici al fine di evitare altre tragedie.

Di fronte a uno scenario che vanifica gli sforzi di 3.500 militari (con altri 500 in arrivo), la Spagna ha attivato il meccanismo europeo di protezione civile. «Tra oggi e domani arriveranno 60 vigili del fuoco tedeschi con mezzi speciali e 80-100 francesi», ha annunciato ieri la ministra per la Transizione Ecologica Sara Aagesen. Per supportarli sono già giunti in Spagna team provenienti dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia per contrastare l’incendio di Jarilla, che ha già bruciato 11mila ettari. Un’unione di forze resa necessaria da condizioni proibitive: «Il fumo blocca gli aerei», spiega Robles, «e i focolai si autoalimentano con virulenza straordinaria». Nel frattempo, il premier Sánchez ha invocato un «patto di Stato sul clima» che sia frutto di una strategia condivisa e che non dovrà essere ostacolato da divisioni ideologiche.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.