La prospettiva di una soluzione pacifica al conflitto russo-ucraino, sostenuta dagli Stati Uniti, sta mettendo sotto pressione il settore della difesa europeo. L’incontro tra Trump e Putin in Alaska, previsto per venerdì, alimenta le speculazioni su una possibile soluzione di pace, con conseguenti timori tra gli investitori del comparto. Dall’annuncio dell’incontro, le azioni dell’azienda italiana Leonardo, a maggioranza statale, sono scese di oltre l’8%. In Europa, anche Thales, BAE Systems e Rheinmetall segnano ribassi significativi. Nonostante il rallentamento del flusso di ordini, tuttavia, il mercato resta volatile, con la crescente tensione in Medio Oriente che continua a influenzare il settore.
Dopo l’annuncio dell’incontro [1] tra Trump e Putin rilasciato lo scorso giovedì 7 agosto, tutte le maggiori aziende europee delle armi sono calate a picco. Il 7 agosto, Leonardo aveva aperto con 49,28€ per azione, per scendere a 46,49€ nell’arco di sole due ore dopo l’annuncio, con una variazione pari al -5,66%. Dopo il picco al ribasso, raggiunto alle 13, a fine giornata l’azienda è risalita leggermente a 47,03€, chiudendo così il primo giorno dopo l’annuncio del Cremlino a -4,56%. Oggi, scattato il quinto giorno dall’annuncio, ha aperto a 45,11 €, segnando un calo dell’8,46% rispetto all’apertura di giovedì scorso. Gli investitori dell’azienda italiana non sono gli unici a nutrire timori per una soluzione pacifica alla guerra in Ucraina. La francese Thales ha segnato un calo del 2,28% nella sola giornata dell’annuncio, e a oggi i suoi titoli valgono il 3,34% in meno; il 7 agosto, la multinazionale britannica BAE Systems aveva perso il 4,25%, e negli ultimi quattro giorni ha registrato un calo del 6,97%. Giovedì scorso, Rheinmetall, la maggiore azienda tedesca delle armi, era calata del 3,9%, e oggi registra un calo dell’11,02% rispetto all’apertura del medesimo giorno. Tiene, a suo modo, l’azienda di diritto europeo Airbus Group (a partecipazione olandese, francese, tedesca e spagnola), che dal 7 agosto ha registrato un calo dell’1,56%.
Il calo generalizzato registrato dalle maggiori aziende europee delle armi negli ultimi cinque giorni costituisce una delle maggiori tendenze al ribasso dall’inizio dell’anno. Tutte le aziende citate, comunque, risultano in piena crescita: a marzo, gli annunci militaristi dei leader sulla necessità di un piano per riarmare l’Europa hanno esaltato [2] le aziende di armi in borsa; qualche giorno dopo, Leonardo ha rivisto [3]le stime di crescita al rialzo e ha distribuito dividendi raddoppiati. Dall’inizio dell’anno, l’azienda italiana è cresciuta del 76,36%, Thales è cresciuta del 67,37%, BAE Systems del 49,2%, e Rheinmetall ha registrato un incremento pari al 158,52%.