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L’Alto Adige ucciderà due lupi scelti a caso: sono “colpevoli” di nutrirsi di pecore

È ancora battaglia tra la Provincia autonoma di Bolzano e i movimenti ambientalisti circa i piani di abbattimento di esemplari appartenenti a specie protette. Lo scorso 30 luglio, il presidente della provincia, Arno Kompatscher, ha infatti autorizzato l’uccisione di due lupi nella malga Furgles, nel comune di Malles, in Alta Val Venosta. Quello che sembra un intervento eccezionale, però, nasconde una pratica che è stata descritta come inaccettabile da molte associazioni, consentendo infatti di selezionare e abbattere due lupi in maniera casuale, con l’uso di armi a lunga distanza e senza alcuna limitazione di orario. La scelta è stata motivata dalla necessità di fermare una serie di attacchi al bestiame che hanno causato numerose perdite tra maggio e agosto 2025. Anche il TAR ha dato il via libera, tra le proteste degli animalisti.

Nello specifico, il provvedimento prevede [1] l’uccisione di due lupi in maniera casuale, senza alcuna selezione specifica: «i prelievi tramite abbattimento avvengano senza limitazione alcuna di orari, l’utilizzo di armi lunghe a canna rigata e con modalità tali da perseguire anche il condizionamento negativo nei confronti di altri eventuali lupi». Il motivo della decisione risiede nel fatto che, nell’ultimo periodo, le pecore e una capra lasciate al pascolo sono state predati da lupi. Come messo [2] nero su bianco dalle autorità provinciali, «nelle ultime settimane sono stati rilevati complessivamente 7 eventi per un totale di 28 predazioni accertate e confermate dal Corpo forestale provinciale come predazioni di lupo. Le predazioni hanno riguardato 16 proprietari». Il presidente Kompatscher ha giustificato il ricorso all’abbattimento, sottolineando che «un confinamento negli stabulari a valle non rappresenta un’opzione praticabile», poiché tale soluzione «comporterebbe l’abbandono di questa forma di allevamento», con gravi difficoltà legate al benessere degli animali e ai costi operativi.

L’autorizzazione all’abbattimento è stata emessa sulla base della legge provinciale 10/2023 [3] e delle direttive europee in materia di conservazione della fauna selvatica. Secondo queste normative, la Provincia ha il diritto di intervenire quando si verificano danni gravi e ripetuti all’allevamento. Tuttavia, la logica che giustifica l’abbattimento di due lupi sembra essere puramente reattiva, senza che venga proposto un approccio a lungo termine per risolvere il conflitto tra allevatori e grandi predatori. Le critiche, infatti, non si sono fatte attendere, con le organizzazioni animaliste, tra cui LAV, ENPA e LNDC, che hanno immediatamente presentato ricorsi contro la decisione, chiedendo l’annullamento dell’autorizzazione. Questi gruppi hanno definito l’abbattimento una misura violenta e ingiustificabile, sostenendo che la protezione del bestiame non dovrebbe passare attraverso la morte degli animali predatori, ma con misure preventive più efficaci. Lo scorso 8 agosto, il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa (Trga) di Bolzano ha però respinto la richiesta di sospensione immediata avanzata dalle associazioni contro l’autorizzazione al prelievo tramite abbattimento di due lupi nella malga Furgles, ritenendo l’uccisione dei due lupi l’«unica azione efficace per scongiurare ulteriori danni».

Lo scorso maggio, il Parlamento europeo aveva sostenuto la rivisitazione della direttiva Habitat sulle specie minacciate proposta della Commissione UE, approvando [4] la modifica dello status di protezione dei lupi da “strettamente protetti” a “protetti” con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni. Un mese dopo, il Consiglio europeo aveva messo il timbro su tale decisione. Declassando lo status di protezione del lupo, si permette così agli Stati membri di decidere se ridurre il numero degli esemplari, in risposta all’aumento degli attacchi al bestiame e all’interesse pubblico crescente. Questa modifica è stata criticata dalla comunità scientifica, che denuncia la mancanza di evidenze scientifiche a supporto della decisione. La direttiva Habitat, adottata nel 1992, mirava a proteggere le specie minacciate, imponendo agli Stati membri di monitorare le specie e creare aree protette. «Il declassamento dello status di protezione è un passo importante per poter adottare misure mirate come i prelievi regolamentati e avere un minore impatto sull’agricoltura e sull’economia alpina – aveva dichiarato [5] a inizio luglio l’assessore alle Foreste della Provincia di Bolzano Luis Walcher, attestando dunque l’impatto pratico della modifica europea -. Con la riduzione dello status di protezione del lupo ci siamo avvicinati al nostro obiettivo di preservare e proteggere l’agricoltura, in particolare quella di montagna, attraverso il prelievo dei lupi considerati problematici».

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.