Da oltre ventidue mesi, i tremendi massacri nella Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano hanno provocato la morte di oltre 18mila bambini palestinesi. Lo rende noto l’ultimo rapporto dell’UNICEF, che delinea un bilancio tragico. La strage è infatti quotidiana, con una media di 28 minori che perdono la vita ogni giorno: un numero equivalente a un’intera classe scolastica che, nell’arco di 24 ore, scompare nel nulla. Un bilancio che si aggrava non solo per i continui bombardamenti e dei raid dell’esercito israeliano, ma anche a causa del devastante effetto della carestia, delle malattie e della malnutrizione, che ormai da mesi hanno fatto piombare Gaza nell’inferno.
Ted Chaiban, vicedirettore generale dell’UNICEF, ha dichiarato di essere appena tornato da una missione in Israele, Gaza e Cisgiordania, dove ha potuto osservare direttamente le conseguenze della crisi umanitaria che sta segnando il popolo palestinese: «I segni della profonda sofferenza e della fame erano visibili sui volti delle famiglie e dei bambini che hanno perso i loro cari, sono affamati, spaventati e traumatizzati», ha affermato. La realtà sul campo, raccontata anche dal personale dell’UNICEF, è sconvolgente [1]. Gaza sta vivendo una crisi senza precedenti, dove l’emergenza umanitaria è ormai all’ordine del giorno. Lo scoppio del conflitto, iniziato il 7 ottobre del 2023, ha spinto la Striscia di Gaza verso un baratro senza ritorno, con livelli di malnutrizione ormai incontrollabili. «Gaza rischia seriamente la carestia», ha ammonito Chaiban, sottolineando che oggi una persona su tre a Gaza passa giorni senza cibo. La malnutrizione acuta ha raggiunto il 16,5% nella città di Gaza, e oltre 320mila bambini sono a rischio di malnutrizione grave. Le immagini che Chaiban ha portato con sé parlano da sole: bambini malnutriti, ridotti a pelle e ossa, mentre le madri, ormai troppo affamate, non riescono nemmeno più a produrre latte materno.
A peggiorare la situazione, oltre alla carestia, è la scarsità di acqua potabile. Le temperature giornaliere sfiorano i 40 gradi e l’acqua scarseggia, aumentando il rischio di epidemie in un contesto già estremamente fragile. L’UNICEF sta cercando di fornire almeno un minimo di aiuti, con 2,4 milioni di litri di acqua potabile distribuiti ogni giorno nella parte settentrionale della Striscia. Tuttavia, ciò rappresenta solo una piccola frazione di ciò che sarebbe necessario per garantire la sopravvivenza delle persone. Il Fondo delle Nazioni Unite ha dichiarato che solo il 30% delle esigenze sanitarie e nutrizionali sono state coperte dai finanziamenti ricevuti. «Le scelte che faremo ora determineranno la vita o la morte di decine di migliaia di bambini», ha dichiarato Chaiban, evidenziando che le misure di emergenza devono essere immediatamente potenziate per evitare un ulteriore esodo di sfollati e per contrastare la carestia e la malnutrizione dilagante.
Secondo fonti ufficiali, circa un terzo delle oltre 60mila vittime registrate a Gaza sono minori. Un’intera classe di bambini uccisi, ogni giorno per quasi due anni. «Alcuni sono stati uccisi nei loro letti. Altri mentre giocavano. Molti sono stati sepolti prima di imparare a camminare», scrive il Washington Post, che ha pubblicato [2] una lista con i nomi di 18.500 bambini uccisi, uno per ogni ora di conflitto. Le identità di queste vittime sono raccolte attraverso registri ospedalieri e testimonianze dirette, ma la difficoltà di identificare i corpi, data la situazione di totale collasso del sistema sanitario di Gaza, rende ancora più agghiacciante questa contabilità.
Nel frattempo, nelle ultime ore i massacri [3] non si sono fermati. Al-Jazeera scrive che almeno 22 persone sono state uccise dall’IDF, tra cui 16 mentre cercavano disperatamente aiuti. Nella sola giornata di ieri sono invece almeno 35 le persone uccise da Israele mentre erano in coda per ricevere aiuti umanitari. L’esercito israeliano, secondo quanto hanno riferito testimoni sul posto citati da Al-Jazeera, ha aperto il fuoco contro i civili in attesa. Uccisioni che portano a oltre cinquanta il numero di persone assassinate da Israele ieri lungo tutta la Striscia di Gaza. Si aggiungono quelle causate dalla carestia indotta dal blocco degli aiuti da parte del governo israeliano. In tutto, sono 175 i civili palestinesi uccisi dalla mancanza di cibo: 93 di questi sono bambini.