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Regno Unito: oltre 100 arresti in pochi giorni per le proteste a favore di Palestine Action

Sono quasi 200 le persone arrestate nel Regno Unito per avere manifestato a supporto di Palestine Action, il gruppo di attivisti che si batte per i diritti del popolo palestinese recentemente dichiarato terrorista dal Paese. Le proteste in favore del gruppo sono sorte sin dal suo inserimento nella lista delle organizzazioni terroristiche. Inizialmente concentratesi a Londra, le manifestazioni si sono rapidamente estese in tutto il Paese, arrivando anche a Manchester, Bristol, Liverpool, Edimburgo e altre località. Palestine Action è un movimento che organizza atti di sabotaggio contro i giganti dell’industria bellica coinvolti nel genocidio a Gaza. A inizio luglio è stato dichiarato terrorista dopo avere condotto una azione all’interno di una base dell’aviazione britannica, danneggiando due aerei; da allora chiunque collabori con il gruppo, promuova le sue attività o manifesti a suo favore è passibile di arresto.

Le ultime proteste a sostegno di Palestine Action e contro il genocidio in Palestina hanno portato a 110 arresti. Sabato, a Westminster, Londra, si è tenuta una protesta nei pressi della piazza del Parlamento, dove sono state arrestate 55 persone [1]. I media britannici come l’agenzia di stampa BBC [2] riportano che gli arresti avrebbero coinvolto persone di oltre 60 anni, e che sarebbe stata portata via anche una donna di 80 anni con lievi problemi motori. Parallelamente, sempre a Londra, la piattaforma Palestine Coalition, che tiene insieme diversi gruppi che si battono per i diritti del popolo palestinese, ha organizzato una marcia in favore di Palestine Action, e la polizia ha arrestato 10 manifestanti. Sempre sabato, la polizia di Avon e Somerset ha dichiarato al sito di informazione Epigram [3], di avere fermato una protesta che si stava tenendo presso il Green College di Bristol, arrestando 17 persone; anche in questo caso, tra le persone portate via figurano alcuni anziani, come si vede in un video diffuso dal canale di informazione Bristol 24/7 [4]. Altre 16 persone sono state arrestate in una protesta tenutasi a Manchester, vicino alla statua di Gandhi, nei pressi della piazza della cattedrale cittadina. Un’altra piazza di cattedrale sede di una protesta è stata quella di Truro (in Cornovaglia, Inghilterra), dove sono state arrestate altre 8 persone. A Liverpool, arrestate altre 4 persone. In Inghilterra ci sono state proteste anche a Kendal (località situata vicino al fiume Kent) e Canterbury.

Oltre alle proteste in Inghilterra, le mobilitazioni a favore di Palestine Action hanno interessato anche il Galles meridionale, l’Irlanda del Nord e la Scozia. In Scozia, le proteste si sono concentrate a Edimburgo, dove sabato una trentina di persone si sono radunate davanti alla piazza del Parlamento. Malgrado non ci sia stato alcun arresto, il Guardian [5] riporta che la polizia scozzese avrebbe arrestato un manifestante in occasione di un’altra manifestazione in sostegno del gruppo di attivisti. Le proteste in solidarietà a Palestine Action, infatti, vanno avanti sin da quando il movimento è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche [6], e stanno coinvolgendo persone di tutte le età e le regioni del Regno Unito. Agli arresti più recenti vanno aggiunti quelli delle settimane passate a Londra e Manchester, che portano il totale dei cittadini britannici presi in custodia per avere supportato Palestine Action almeno a 197. La legge britannica contro il terrorismo prevede infatti la detenzione per chiunque supporti in qualsiasi maniera i gruppi inseriti all’interno della lista: sostenere pubblicamente uno di questi gruppi è un reato che prevede fino a 14 anni di carcere. Nel frattempo Palestine Action ha presentato un ricorso in tribunale, e oggi dovrebbe arrivare la sentenza della Corte d’Appello.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.