- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

Missili e minacce: un’altra notte di raid tra Israele e Iran

Questa notte lo scambio di attacchi tra Israele e Iran ha segnato un’escalation senza precedenti, con raid aerei su Teheran e missili iraniani lanciati verso il cuore dello Stato Ebraico. In Israele, le sirene antiaeree hanno squarciato il silenzio mentre i cittadini, costretti a rifugiarsi nei rifugi, hanno assistito alle raffiche di razzi provenienti da Teheran e dagli alleati Houthi. Sul fronte opposto, i raid israeliani si sono abbattuti su infrastrutture militari e siti nucleari, con il cuore dell’establishment iraniano nel mirino, ma anche su quartieri residenziali. Tra numeri delle vittime in costante aggiornamento, annunci diplomatici al vetriolo e l’incertezza su come – o quando – si potrà tornare al tavolo negoziale, la regione si prepara a una battaglia che potrebbe protrarsi per molti giorni.

Gli attacchi israeliani sono ripresi nella notte dopo che, venerdì, un bombardamento aveva centrato depositi petroliferi, basi militari e il Ministero della Difesa iraniano, uccidendo alti generali e scienziati nucleari. Da parte sua, l’Iran ha risposto con una pioggia di razzi balistici e droni, che hanno causato oltre una decina di morti e oltre 200 feriti in Israele tra Bat Yam – dove si cercano ancora decine di persone sotto le macerie -, Tamra, Tel Aviv e Rehovot. Il servizio di soccorso Magen David Adom ha affermato che nei conteggi ufficiali figurano ad ora 13 vittime. Le autorità iraniane riferiscono invece di almeno 200 morti a Teheran e in altre province a causa degli attacchi israeliani ai due principali depositi petroliferi e al campus del Weizmann Institute of Science. Nel frattempo, l’esercito israeliano ha invitato gli iraniani a evacuare le zone «vicine alle installazioni militari». In un messaggio in lingua persiana diramato [1] su X dal colonnello Avichay Adraee, portavoce dell’IDF, si evidenzia che la presenza in prossimità di questi siti  rappresenta un grave rischio per la vita.

Anche la “guerra diplomatica” si è dimostrata nelle ultime ore altrettanto infuocata. L’alto diplomatico iraniano Abbas Araghchi ha ammonito che «se gli attacchi israeliani contro l’Iran cesseranno, allora cesseranno anche le nostre risposte», mentre Benjamin Netanyahu ha promesso che «gli attacchi finora condotti da Israele non sono nulla in confronto a ciò che l’Iran vedrà nei prossimi giorni» e ha avvertito: «Nel prossimo futuro vedrete i nostri aerei nei cieli di Teheran: colpiremo ogni struttura e ogni obiettivo del regime degli ayatollah». A complicare ulteriormente il quadro, gli Houthi dello Yemen – da sempre vicini a Teheran – hanno lanciato missili verso Giaffa, segnando il primo intervento ufficiale di un alleato iraniano in questo scontro.

Gli Stati Uniti, pur mantenendosi ufficialmente fuori dal conflitto, hanno lanciato severi ammonimenti a Teheran. In un post su Truth Social, Donald Trump ha infatti scritto [2]: «Se venissimo attaccati in qualsiasi modo dall’Iran, tutta la forza e la potenza delle Forze Armate statunitensi si abbatterebbero su di noi a livelli mai visti prima». Successivamente, però, ha evidenziato che «possiamo facilmente raggiungere un accordo tra Iran e Israele e porre fine a questo sanguinoso conflitto!!!». Nel frattempo, l’Oman, mediatore nei colloqui indiretti sul nucleare, ha confermato che il round previsto per la giornata di oggi è stato cancellato. Araghchi, ministro degli Esteri iraniano, ha dichiarato ieri che i colloqui sul nucleare sono «ingiustificabili» dopo gli attacchi dello Stato Ebraico, che ha definito «il risultato del sostegno diretto di Washington».

Avatar photo

Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.