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Centomila droni all’Ucraina e armi nucleari: il Regno Unito si prepara alla guerra

La Strategic Defence Review [1] (SDR) 2025 è una revisione approfondita della politica di difesa britannica. L’obiettivo dichiarato è «Rendere il Regno Unito più sicuro, protetto in patria e forte all’estero». La politica varata da Londra è giustificata come conseguenza di un panorama di minacce in evoluzione, considerato il più serio e imprevedibile dai tempi della Guerra Fredda. Queste minacce riguarderebbero la guerra in Europa, ovvero in Ucraina, l’aggressività russa, nuovi rischi nucleari e attacchi informatici quotidiani. Il messaggio è chiaro: il governo britannico intende trasformare la sicurezza nazionale nel principio fondante della sua azione politica, anche in campo economico. A tal fine, è stato annunciato il più grande aumento sostenuto della spesa per la difesa dalla fine della Guerra Fredda, con l’obiettivo di raggiungere il 2,5% del PIL entro il 2027 e, condizioni economiche permettendo, il 3% nella prossima legislatura. Oltre a ciò, il Paese si impegna a inviare armamenti all’Ucraina tra i quali centomila droni entro l’anno 2026.

Pronti al combattimento, «Warfighting Readiness», è uno dei punti. La SDR segna un cambiamento significativo in direzione della preparazione a una ipotetica guerra, con l’obiettivo di scoraggiare le minacce e rafforzare la sicurezza nell’area euro-atlantica. Questo include la creazione di una «forza integrata» più letale, equipaggiata per il futuro, e una difesa interna rafforzata. La politica di difesa inglese sarà «NATO First», con il Regno Unito che intensifica la sua responsabilità per la sicurezza europea e cerca di assumere un ruolo di leadership sul fronte europeo all’interno dell’Alleanza, che vede Francia e Germania scalpitare e affannarsi per ricoprire quel ruolo all’interno dell’Unione Europea (la quale vara anch’essa ingenti piani [2] di riarmo). Infatti, almeno a parole, Trump intende ridurre l’impegno statunitense in Europa: per la Gran Bretagna, questo implica la necessità di rafforzare le capacità nucleari, adottare di nuove tecnologie e aggiornare le capacità convenzionali.

La politica militarista prevede di utilizzare il settore della Difesa come volano per l’economia, in linea con quanto annunciato un anno fa da Draghi [3] e da quanto sta facendo l’Unione Europea, così come i suoi stessi Stati membri. Quindi, la difesa vista come un fattore di crescita, stimolo per un aumento dei posti di lavoro e di prosperità con una nuova partnership con l’industria, attraverso riforme radicali degli appalti e il sostegno alle imprese del Regno Unito. Tradotto, dare linfa all’economia britannica attraverso il complesso militare-industriale. L’obiettivo è aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL entro il 2027 e al 3% nel prossimo Parlamento, se le condizioni economiche lo permetteranno.

La SDR enfatizza il ruolo della guerra in Ucraina come fonte di apprendimento militare in termini di droni, dati e guerra digitale, al fine di rendere le forze armate più forti e sicure – il conflitto, insomma, sarebbe un laboratorio di prova che va mantenuto in vita. «Il nostro obiettivo è semplice: fornire all’Ucraina tutto il necessario per combattere ora e garantire una pace duratura in futuro», ha dichiarato [4] il segretario alla Difesa del Regno Unito John Healey, durante un recente briefing a seguito della 28a riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina (Ramstein-28). Con più di 10.000 droni consegnati in Ucraina l’anno scorso dal Regno Unito, altre decine di migliaia sono già state consegnate verso un nuovo ambizioso [5] obiettivo di 100.000 droni per l’anno finanziario in corso. L’investimento record di 350 milioni di sterline in droni per l’Ucraina fa parte del sostegno militare di 4,5 miliardi di sterline del Regno Unito quest’anno.

Si prevede l’introduzione di armi a energia diretta, l’aumento delle capacità corazzate dell’esercito con l’intelligenza artificiale e sciami di droni e l’aggiornamento della Royal Air Force con jet di prossima generazione e caccia autonomi. Per la marina, la Gran Bretagna prevede di produrre un nuovo sottomarino nucleare ogni 18 mesi. Dunque, si mira a una nuova visione delle forze armate britanniche, combinando potenziale nucleare, convenzionale e digitale, dove la potenza di droni e l’intelligenza artificiale si uniscono ai più tradizionali carri armati e all’artiglieria. Il rapporto delinea profonde riforme necessarie per garantire che il Regno Unito possa compiere questa profonda riforma. Questo include la ristrutturazione dei detentori del budget del Ministero della Difesa da dieci a quattro e l’attribuzione di nuovi poteri al Capo di Stato Maggiore della Difesa. La SDR raccomanda un aumento del 30% del numero di cadetti e lo sviluppo di una nuova riserva strategica entro il 2030, oltre a un programma di “anno sabbatico” volontario per i diplomati.

In sintesi, la Strategic Defence Review 2025 delinea un cambiamento significativo nella politica di difesa del Regno Unito, concentrandosi sulla prontezza al combattimento, una forte leadership all’interno della NATO, l’innovazione tecnologica ispirata dalle lezioni recenti e un aumento degli investimenti nella difesa come motore di crescita economica.

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Michele Manfrin

Laureato in Relazioni Internazionali e Sociologia, ha conseguito a Firenze il master Futuro Vegetale: piante, innovazione sociale e progetto. Consigliere e docente della ONG Wambli Gleska, che rappresenta ufficialmente in Italia e in Europa le tribù native americane Lakota Sicangu e Oglala.