La notizia ha fatto rapidamente il giro di internet e riempito di articoli distratti e in fotocopia le principali testate giornalistiche italiane: sarebbero state modificate le linee guida della dieta alimentare mediterranea, quelle che da sempre i nutrizionisti (giustamente) consigliano di seguire, e che in verità è da sempre molto diversa da come la pensiamo [1], nel senso che quasi nessuno la rispetta davvero. Ma è successo davvero? E che cosa sarebbe la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), ossia l’ente che ha emanato le nuove linee guida? Con l’assetto che contraddistingue L’Indipendente, senza rincorrere la viralità della notizia e andando a fondo alle questioni, abbiamo valutato la portata dei cambiamenti e scoperto un po’ di cose interessanti sulla presunta “indipendenza” dell’ente in questione.
Le nuove linee guida della SINU
Partiamo dalla fine, cioè dalle raccomandazioni concrete e dai cibi a cui esse sono legate: vino, zucchero e sale sono presentati con il consiglio «meno è meglio», con la rappresentazione grafica precisa di sostanze da porre al di fuori della piramide alimentare, proprio a significare un consumo molto saltuario e ridotto, non giornaliero. Stessa indicazione grafica viene data per caffè e tè, posti visivamente fuori dalla piramide con la dicitura «discrezionale, con moderazione». Uova e patate non sono raccomandati più di 1-2 volte a settimana, come anche le carni bianche e i formaggi stagionati (Parmigiano, pecorino), mentre i formaggi freschi andrebbero bene per un consumo settimanale di 2-3 volte, al pari di pesce e legumi. Latte: se ne consiglia un consumo giornaliero, alla base della piramide (quindi 7 volte a settimana). Consumi giornalieri anche per frutta, verdura, cereali come pane e pasta, olio extravergine d’oliva e frutta secca. Dolci, carne rossa e salumi sono relegati all’ultimo piano alto della piramide, per un consumo occasionale e non giornaliero.
Questa nuova piramide alimentare è stata presentata dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). La rappresentazione grafica a piramide è finalizzata a comunicare in maniera più efficace, soprattutto alle nuove generazioni, come mangiare bene per garantirsi un futuro in salute.
Aderenza alle evidenze scientifiche a corrente alternata
Alcune posizioni di queste nuove linee guida lasciano francamente un po’ perplessi, e si pongono in contrasto con quelle che sono alcune evidenze scientifiche più recenti: infatti, uova, patate e carni bianche sembrano essere viste con sospetto e tenute solo nella parte alta della piramide, scoraggiandone il consumo (non più di 1-2 volte a settimana).
Parliamo però di cibi del tutto naturali, assolutamente non industriali e processati. Riguardo alle uova, la stessa FNOB (Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi) ha messo [2] nero su bianco che il legame tra uova e colesterolo è un mito da sfatare, riportando uno dei tanti studi scientifici in cui il consumo di 12 o più uova a settimana non aveva alcuna influenza sui livelli di colesterolo nel sangue. La trasmissione Superquark, sintetizzando altri studi recenti sulle uova, ha divulgato [3] in RAI che «gli studi dimostrano che mangiare anche due uova ogni giorno è perfettamente sicuro per la nostra salute e non vi è alcuna prova che andare al di là di ciò sia dannoso».

Le patate sono un alimento fantastico, 100% naturale, ricco di vitamine, minerali, fibre e antiossidanti. Non si capisce perché “demonizzarle” a tal punto da sostenere che debbano essere mangiate una sola volta a settimana perché «non sono un contorno equivalente alle verdure». Semmai il problema è che i giovani oggi mangiano solo patatine fritte e non mangiano verdure, legumi, e amano poco la frutta. Le patate rimangono però un cibo sano, con molti meno trattamenti e lavorazioni rispetto a farine, pane, pasta, crackers. Non fanno ingrassare perché il loro contenuto di carboidrati è di circa un quarto rispetto a quello della pasta o del riso, quindi sono in realtà un perfetto sostituto dei cereali durante la settimana.
Infine, la carne bianca: non esiste ad oggi nessuno studio che correli il consumo regolare di carni bianche (come anche di pesce) con alcun tipo di patologia o tumore, mentre ne esistono molti che correlano un consumo giornaliero e in eccesso di cereali e carboidrati a numerose patologie metaboliche e cardiovascolari, come diabete, obesità, dislipidemia, steatosi, e altre.
Possibili conflitti di interesse
Come sempre, è importante comprendere da quale fonte arrivino determinate indicazioni nutrizionali e vedere se per caso possano essere collegate ad interessi commerciali di fondo, perché sebbene tutto ormai venga proposto come “scienza” e “linea guida ufficiale”, abbiamo imparato che la scienza non è univoca ed esistono molteplici posizioni scientifiche su qualsiasi argomento legato alla salute e all’alimentazione. Nessuna di queste posizioni è più scientifica dell’altra o più autorevole: semplicemente, sono tutti pareri tecnici che provengono dagli addetti ai lavori di un certo settore.
Non dimentichiamoci però che spesso le raccomandazioni generali sulla nutrizione sono frutto di semplificazioni eccessive e forzature arbitrarie, che lasciano letteralmente il tempo che trovano, come è stato per esempio nel caso delle margarine, consigliate come alternativa più sana del burro per molto tempo, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, salvo poi, dal 2015-2018, essere aspramente criticate dalla stessa comunità scientifica che le aveva consigliate, decidendo di eliminarle completamente dalla filiera alimentare (posizione ufficiale OMS [4]), perché negli anni si è visto che proprio i grassi della margarina sono «i principali responsabili delle malattie cardiovascolari e di un gran numero di decessi».

Altro esempio è quello delle uova, un tempo viste come alimento sospetto da limitare a due a settimana per il loro contenuto di colesterolo. Oggi, invece, tutti gli organismi sanitari affermano che si possono mangiare tranquillamente anche due uova ogni giorno senza avere nessuna ripercussione negativa (anzi, è vero il contrario) per la salute.
Pertanto, qualsiasi linea guida sulla nostra dieta va intesa come una raccomandazione di massima che non ha una validità perfetta e immutabile, ma è perfettibile e legata a contingenze storiche che poi saranno sicuramente superate fra qualche anno, con un nuovo aggiornamento e nuove raccomandazioni nutrizionali. Non prendiamo le cose come se fossero parola di Dio, insomma.
La SINU, da statuto [5], è un’associazione privata che si occupa di nutrizione umana, non un ente statale o ministeriale, bensì un ente privato che ha l’intento di riunire studiosi ed esperti del settore per promuovere la ricerca, la formazione e la divulgazione in ambito nutrizionale. Ma va tenuto conto che tale ente è sostenuto [6] economicamente dai suoi soci, tra i quali figurano anche aziende alimentari, nello specifico Barilla, Ferrero (Soremartec), Parmalat, Danone, Yakult, Dr. Schär (leader nella produzione di alimenti per celiaci).
Il comunicato stampa [7] della SINU sulla nuova piramide alimentare afferma che: «In particolare, in Italia, il 9% di bambini e adolescenti dichiara di non mangiare mai verdure, il 7% frutta, il 26% alimenti a base di cereali integrali, il 14% latte e latticini, mentre il 47% dichiara di consumare più di 3 porzioni di carne a settimana».
Come si vede, l’enfasi è posta in maniera decisa sul consumo giornaliero proprio degli alimenti delle multinazionali dei cereali e del latte che sono, guarda caso, i soci sostenitori della SINU stessa. Fra l’altro, a ben guardare, Parmalat, Danone e Yakult producono esclusivamente latticini freschi e latte – altra coincidenza che salta all’occhio – e non formaggi stagionati, relegati in cima alla piramide per un consumo meno frequente di una volta a settimana soltanto. È possibile ipotizzare che, se i soci fondatori fossero stati dei produttori di carne, uova e patate, il consiglio sarebbe stato quello di porre tali alimenti alla base della piramide? Non è da escludere: sappiamo come funzionano certe cose.