Diversi droni ucraini, trasportati da camion con rimorchio che hanno penetrato in profondità il territorio russo, hanno colpito basi militari a oltre 4.000 km di distanza dall’Ucraina. Kiev rivendica di aver distrutto alcuni bombardieri con capacità nucleari, colpendoli mentre si trovavano sulle piste degli aeroporti. A testimonianza sono stati pubblicati alcuni video, che però non è possibile autenticare. Il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia stampa nazionale Tass, ha confermato gli attacchi a cinque aeroporti militari (nelle regioni di Murmansk, Irkutsk, Ivanovo, Ryazan e Amur), ammettendo che «diversi velivoli hanno preso fuoco», ma precisando che gli attacchi «sono stati respinti» e che «alcune delle persone coinvolte negli attacchi terroristici sono state arrestate». Gli attacchi sono stati condotti alla vigilia del nuovo round di colloqui tra Mosca e Kiev, che si svolgerà oggi a Istanbul.
Zelensky ha dichiarato [1] che l’attacco ha richiesto un anno e mezzo di preparazione per essere portato a termine e che è stato condotto «brillantemente» con un totale di 117 droni. A detta del presidente, le operazioni sarebbero state coordinate da un “ufficio” collocato su territorio russo, vicino al quartier generale del FSB. L’attacco ucraino alle basi russe era stato preceduto dal crollo di due ponti collocati in due regioni russe confinanti con l’Ucraina, quelle di Bryansk e Kursk. Il crollo (che per il Comitato Investigativo russo, citato da Reuters, sarebbe da attribuire a due esplosioni) ha causato il deragliamento di due treni e la morte di sette persone, oltre al ferimento di altre 69. L’Ucraina, tuttavia, non ha commentato l’accaduto. Nel mentre, nella notte tra sabato e domenica, la Russia ha lanciato uno dei più grandi attacchi con droni dall’inizio della guerra, durato varie ore: sarebbero 479 i «mezzi di assalto aereo» impiegati, secondo quanto dichiarato [2] dall’aeronautica militare di Kiev, delle quali 472 droni, 3 missili balistici e 4 razzi alati, diretti principalmente verso le regioni di Kharkiv, Sumy, Zhytomyr, Odessa, Donetsk, Dnipropetrovsk e Zaporizhia. Kiev ha dichiarato che 385 droni e 3 razzi sono stati respinti.
Gli attacchi sono avvenuti ore prima dell’inizio di un nuovo round di negoziati diretti tra Mosca e Kiev, avrà luogo oggi a Istanbul. Nel precedente round di negoziati, il primo in tre anni di guerra, era stato concordato [3] lo scambio di mille prigionieri di guerra per parte, ma non a ulteriori discorsi di pace o a una tregua. Oggi, il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov incontrerà l’assistente del Cremlino Vladimir Medinsky. Nei giorni scorsi, l’inviato speciale USA Keith Kellogg aveva dichiarato che era stato concordato tra le parti uno scambio di memorandum contenenti ciascuno le condizioni per un cessate il fuoco. Da parte ucraina, il memorandum è stato consegnato, come riferito [4] dallo stesso Umerov, ma la Russia non ha ancora consegnato [5] la propria copia. I ritardi avevano portato l’Ucraina a minacciare di ritirare la propria presenza dai colloqui, che risulta però ad ora confermata.