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Ravenna: una burrasca sbugiarda la scusa del Comune per abbattere i pini marittimi

I pini, quegli stessi che il Comune vorrebbe abbattere perché ritenuti pericolanti, sono rimasti saldamente al loro posto. I cartelli che segnalavano il presunto rischio di caduta sono invece stati spazzati via dalla burrasca. Sta assumendo contorni quasi tragicomici la vicenda che vede contrapposti [1]il Comune di Ravenna, intenzionato a tagliare i pini del viale principale di Lido di Savio, e i cittadini della località balneare, decisi a difenderli con fermezza.

L’ultimo capitolo è stato scritto ieri, 22 maggio, quando il Tribunale Amministrativo Regionale ha dichiarato scaduta l’ordinanza emessa dal Comune per abbattere gli alberi. Lo stesso TAR il 15 maggio scorso aveva confermato la sospensione dell’abbattimento, ma poi ha ritenuto di non arrivare a sentenza dichiarando improcedibile il ricorso presentato da cittadini a associazioni per «mancanza d’interesse». In pratica ora il Comune dovrebbe emettere una nuova ordinanza, alla quale i cittadini potrebbero nuovamente fare ricorso, anche se appare complicato che l’amministrazione ravennate possa usare lo stesso argomento della presunta pericolosità e instabilità dei pini, dopo quanto accaduto durante la burrasca che ha colpito il litorale romagnolo pochi giorni fa.

Poche ore dopo la pronuncia del TAR del 15 maggio, infatti, una violenta burrasca – con venti fino a 45 nodi – si è abbattuta sulla piccola località romagnola, ma i pini hanno retto senza danni. «Sul viale, l’unico vero pericolo erano le transenne, tutte cadute per il vento» – ha commentato il comitato cittadino – «Gli alberi, invece, sono rimasti saldi, protetti dalla cortina di edifici e giudicati in buona salute da due esperti, a dispetto delle valutazioni e del progetto Parco Marittimo, che ne prevede l’eliminazione quasi totale».

Una manifestazione contro l’abbattimento dei pini

Il braccio di ferro va avanti da mesi, da quando il Comune ha disposto l’abbattimento di 71 pini, presenti da oltre 50 anni lungo viale Romagna, la grande via del passeggio che affianca il lungomare. Al loro posto dovrebbe sorgere il nuovo Parco Marittimo, un intervento da 17 milioni di euro – finanziato in larga parte dal PNRR – che prevede una strada larga 3,5 metri, parcheggi laterali, marciapiedi e pista ciclabile. Un progetto che, secondo i cittadini, ha ben poco di “verde”.

Al posto dei pini, in alcune zone sono già stati piantati giovani frassini, definiti dagli amministratori “più gestibili”. Ma il confronto con i maestosi pini è impietoso.  «I fondi europei sono destinati alla riqualificazione» – attacca Giulia Gamberini, voce del comitato – «e non c’è nulla di riqualificante nell’abbattere alberi sani e belli».

Al centro della disputa ci sono le perizie tecniche: il Comune sostiene che le radici dei pini siano poco profonde e che la loro stabilità sia a rischio in caso di vento forte. Il comitato ha però fatto redigere una controperizia che mette in discussione le prove di trazione effettuate, ritenendole poco realistiche perché basate su parametri di vento massimo in campo aperto, ignorando la protezione fornita dagli edifici circostanti.

Intanto, mentre il Comune rivendica i suoi 7.000 ettari di verde pubblico e un indice di verde pro capite superiore alla media nazionale, i cittadini non arretrano: «Non si tratta solo di alberi – affermano – ma del nostro rapporto con la natura, il paesaggio, l’identità del territorio».

Il comitato, dopo aver raccolto più di 2.000 firme a sostegno della causa, ha annunciato di voler rendere pubblica una proposta progettuale alternativa, elaborata da un professionista, per dimostrare che una riqualificazione che rispetti gli alberi è possibile.

E così si arriva al 15 maggio, con la strada chiusa in via precauzionale per il vento e i cartelli di pericolo spazzati via, mentre i pini osservano silenziosi dall’alto, ancora ben ancorati al suolo.

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Fulvio Zappatore

Nato a Cesena nel 1984, muove i primi passi nel giornalismo scrivendo articoli per la stampa locale. Dopo la laurea in Storia contemporanea diventa professionista e inizia a dedicarsi anche al giornalismo televisivo. Collabora a L’Indipendente come corrispondente dall’Emilia-Romagna.