Brusca accelerata diplomatica nel percorso per cercare di porre fine alla guerra in Ucraina. Sabato, il presidente ucraino Zelensky aveva proposto a Putin un cessate il fuoco senza condizioni della durata di 30 giorni a partire da oggi, lunedì 12 maggio. Putin ha risposto ieri con una controproposta: un incontro diretto da tenersi giovedì prossimo a Istanbul. Kiev ha reiterato la propria richiesta di iniziare la tregua oggi, ma, dopo le esortazioni di Trump, ha accettato: «Sarò in Turchia questo giovedì 15 maggio e mi aspetto che anche Putin venga in Turchia. Personalmente», ha scritto Zelensky in un post [1] su X. Malgrado le tensioni inziali, insomma, il colloquio a Istanbul dovrebbe tenersi, anche se ancora si attendono le risposte di Trump e Putin.
La proposta di tregua di Zelensky è arrivata sabato 10 maggio dopo un incontro tenutosi a Kiev tra il presidente ucraino e i leader di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito. In seguito al vertice, i rappresentanti dei vari Stati hanno rilasciato una dichiarazione congiunta [2] in cui annunciano la loro proposta per un cessate il fuoco «pieno e incondizionato a partire da oggi». Nella dichiarazione, i leader suggeriscono che «qualora la Russia rifiutasse un cessate il fuoco completo e incondizionato, dovrebbero essere applicate sanzioni più severe ai suoi settori bancario ed energetico, con particolare attenzione ai combustibili fossili, al petrolio e alla flotta ombra», e annunciano di avere già concordato il 17° pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia, da coordinare con le sanzioni imposte dal Regno Unito e dalla Norvegia, nonché dagli «Stati Uniti». Alla prima proposta di Kiev, è seguita quella di Putin, che ha avanzato l’ipotesi di riesumare i colloqui diretti a Istanbul «senza alcuna precondizione». «La Russia è pronta a condurre negoziati seri con l’Ucraina: l’obiettivo è eliminare le cause profonde del conflitto», si legge in un comunicato riportato dall’agenzia di stampa statale russa TASS [3]. «Putin non ha escluso l’ipotesi di un accordo di cessate il fuoco durante i negoziati con Kiev».
Il presidente turco Erdogan ha accettato di buon grado la proposta di Putin, e ha invitato le parti a riprendere i colloqui «da dove si erano interrotti» nel 2022. In un primo momento, dopo la controproposta russa, l’Ucraina sembrava volere accettare la ripresa dei colloqui solo a condizione che prima venisse implementato il cessate il fuoco di 30 giorni. Questa richiesta era inizialmente sostenuta dall’inviato speciale degli USA per la questione Ucraina, Keith Kellogg [4], ma dopo una dichiarazione [5] di Trump sembrano essere cambiate le cose: «L’Ucraina dovrebbe accettare immediatamente. Almeno saranno in grado di determinare se un accordo è possibile o meno, e se non lo è, i leader europei e gli Stati Uniti sapranno a che punto è la situazione e potranno procedere di conseguenza», si legge nel post di Trump. Qualche ora dopo, è arrivata la risposta affermativa di Zelensky a Putin. La Russia non si è ancora espressa sulla possibilità di istituire un cessate il fuoco temporaneo a partire da oggi, ma per come stanno le cose ora sembra che i colloqui si dovrebbero svolgere a prescindere dall’entrata in vigore della tregua. Resta ignoto anche chi prenderà parte ai colloqui.