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Meloni incontra Erdogan e rafforza la cooperazione su armi, energia e migrazione

Il presidente turco Erdoğan e i suoi ministri sono stati accolti a Roma da Giorgia Meloni per il IV vertice intergovernativo Italia-Turchia [1]. L’incontro ha sancito un rilancio dei rapporti bilaterali: superata la soglia dei 30 miliardi di dollari di interscambio, l’obiettivo ora è 40. Al business forum tenutosi all’Hotel Parco dei Principi, che ha visto la partecipazione di oltre 620 aziende, è emersa la volontà di rafforzare la cooperazione su economia, energia, difesa, telecomunicazioni e migranti. Sono state firmate oltre dieci intese economiche tra i due Paesi, tra cui un accordo tra l’italiana Leonardo e la turca Baykar per i droni militari che prevede la nascita di una joint venture con sede in Italia. Sul Medio Oriente, Meloni ha ribadito il sostegno a una «transizione democratica» in Siria e ha espresso scetticismo sulla tregua unilaterale russa in Ucraina.

Il IV vertice Italia-Turchia si è tenuto ieri, martedì 29 aprile. Al termine della sessione plenaria si è tenuta la cerimonia di firma degli accordi e sono state rilasciate le dichiarazioni congiunte alla stampa. Nelle dichiarazioni, i Paesi parlano di iniziative commerciali, nel settore dei trasporti, nella cooperazione di impresa, e di collaborare negli ambiti culturale, sportivo e sociale. Le questioni cruciali, tuttavia, sono quattro: energia, migrazione, geopolitica e difesa. Per quanto riguarda l’ambito energetico, Italia e Turchia intendono rafforzare l’approvvigionamento di gas mediante il Corridoio Meridionale del Gas. Nella dichiarazione, inoltre, i Paesi dicono di volere «rafforzare la cooperazione per garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento di minerali critici e terre rare», e quella «nelle infrastrutture per le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’idrogeno e il gas naturale». «Le Parti», infine, «hanno concordato di esplorare possibili modalità di ulteriore cooperazione, anche in progetti congiunti nel settore petrolifero e del gas nei rispettivi Paesi e in Paesi terzi».

Per quanto riguarda la questione migratoria e della lotta ai crimini internazionali, Italia e Turchia si impegnano a collaborare nella «lotta al terrorismo» e ai «crimini digitali», anche attraverso la cooperazione in ambito giuridico: «Le Parti», si legge nella dichiarazione, «hanno concordato di coordinare i loro sforzi per rafforzare la cooperazione giudiziaria in materia di estradizione, assistenza giudiziaria reciproca, trasferimento delle persone condannate e protezione dei minori». Sul piano geopolitico, invece, hanno parlato di Libia, Medio Oriente e Ucraina. Per ciò che concerne la Libia, «confermano il loro impegno a sostenere un processo politico di proprietà e guida libico, con la facilitazione delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di preservare la sicurezza, la stabilità, la sovranità, l’integrità territoriale e l’unità politica della Libia». Riguardo alla Siria, «hanno espresso la loro determinazione a sostenere la ripresa economica e la ricostruzione della Siria», suggerendo possibili investimenti e l’allentamento delle sanzioni. Sull’attuale situazione a Gaza, hanno lanciato un appello perché venga ristabilito il cessate il fuoco e «confermato il loro sostegno a una soluzione a due Stati con uno Stato di Palestina indipendente che viva fianco a fianco con Israele in pace e sicurezza, in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». Sull’Ucraina, infine, «le Parti hanno confermato il loro incrollabile sostegno all’integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina», e hanno rilanciato gli investimenti nei progetti di ricostruzione del Paese. A tal proposito, Meloni ha sottolineato che la pace di tre giorni proposta da Putin «è tutt’altra cosa rispetto a quello che è necessario».

Riguardo i settori di difesa e sicurezza, le parti hanno annunciato che la 14a Riunione di Cooperazione per l’Industria della Difesa si terrà nel 2025. Proprio la cooperazione in difesa e sicurezza risulta essere una delle più dense di iniziative. Nell’ambito di tali settori è stato ratificato l’Accordo di massima tra Leonardo e Baykar Technologies, già firmato dalle due aziende lo scorso 6 marzo [2]. Esso prevede l’istituzione di una joint venture dal valore di 100 miliardi di dollari per la produzione di droni. I siti Leonardo interessati dalle attività sviluppate dalla Joint Venture saranno quelli di Ronchi dei Legionari (Friuli), centro specializzato nel settore droni; Torino (Piemonte) e Roma Tiburtina, rispettivamente per gli aspetti produttivi e lo sviluppo di tecnologie integrate multi-dominio; e Nerviano (Lombardia) per le soluzioni congiunte offerte per il settore spaziale.

In generale, i rapporti tra l’industria bellica italiana e quella turca risultano sempre più serrati. Leonardo e Baykar sono attualmente impegnate nello sviluppo e nella produzione di ulteriori droni, sistemi elettronici, carichi utili, C4I (comando, controllo, comunicazioni, computer e intelligence), intelligenza artificiale, sistemi di missione integrati, e apparecchiature e servizi spaziali, anche nell’ottica dello sviluppo di sistemi interoperabili. Nel gennaio di quest’anno, l’Amministratore Delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha visitato uno stabilimento turco di Baykar allo scopo di «cercare sinergie» con la linea di droni dell’azienda, incluso il Bayraktar TB2, utilizzato nei conflitti in Libia, Nagorno-Karabakh e Ucraina. In quell’occasione, le due aziende hanno discusso di una potenziale collaborazione per implementare i droni Baykar dotandoli di radar dell’omologa italiana. Il mese precedente, Baykar ha comprato la produttrice italiana Piaggio Aerospace, operazione sulla base di cui, secono le parole del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, si dovrebbero sviluppare «altri accordi di partnership tecnologica e industriale tra i nostri campioni, quindi tra Baykar e Leonardo, per rafforzare gli stabilimenti italiani e la partnership tra le due grandi aziende in Europa».

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.