martedì 18 Marzo 2025

Celiachia, un nuovo studio avrebbe scoperto come si sviluppa l’intolleranza al glutine

Dopo anni di ricerche ed ipotesi a riguardo, sarebbe stato individuato l’innesco della reazione al glutine che causa la celiachia: lo riporta un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, realizzato da un team internazionale guidato dalla McMaster University in Canada e pubblicato sulla rivista scientifica Gastroenterology. Prima della ricerca, infatti, si pensava che la risposta infiammatoria avvenisse nella parete intestinale e che coinvolgesse esclusivamente cellule del sistema immunitario, ma ora gli scienziati sono riusciti a individuare gli effetti di specifiche molecole in condizioni controllate, individuando con precisione quali allertano le difese immunitarie della presenza del glutine. Il tutto è avvenuto grazie alla costruzione di modelli dell’epitelio basati anche su cellule di pazienti celiaci e, secondo quanto affermato dagli stessi ricercatori, potrà aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie contro la celiachia, la cui diffusione è quasi raddoppiata negli ultimi 25 anni.

La celiachia è una malattia autoimmune che si manifesta in risposta all’ingestione del glutine – una proteina presente nel grano, nell’orzo, nella segale e nei suoi derivati – e che può comportare al danneggiamento dei villi intestinali, ovvero le piccole strutture fondamentali per l’assorbimento dei nutrienti, e ad altri gravi problemi a lungo termine. Attualmente non esiste alcun trattamento per la malattia, che colpisce circa l’1% della popolazione, e si pensava che tale risposta infiammatoria coinvolgesse esclusivamente le cellule immunitarie. Un lavoro durato 6 anni e svolto da un team internazionale di scienziati, però, ha mostrato che c’è molto altro da tenere in considerazione: i modelli di epitelio intestinale hanno permesso di scoprire che il rivestimento interno dell’intestino superiore, chiamato epitelio e composto da una varietà di cellule che non fanno parte classicamente del sistema immunitario, svolge un ruolo attivo nel dirigere la risposta infiammatoria al glutine e che esistono molecole specifiche responsabili degli effetti ricercati.

I ricercatori hanno spiegato che sono stati in grado di isolare gli effetti di molecole specifiche nelle cellule epiteliali delle persone affette da celiachia, di osservare le reazioni in condizioni controllate e di confermare ipotesi che non erano mai state dimostrate in precedenza. Inoltre, è stato scoperto che, dopo aver rilevato il glutine, l’epitelio invia segnali più forti alle cellule immunitarie se sono presenti anche agenti patogeni e che questo significa che in futuro potrebbe essere possibile rilevare il patogeno in una persona a rischio di sviluppare la celiachia e inibire le interazioni con il glutine e l’epitelio intestinale per prevenirne la malattia. «L’unico modo in cui possiamo curare la celiachia oggi è eliminare completamente il glutine dalla dieta. È difficile da fare e gli esperti concordano che una dieta senza glutine non è sufficiente», ha affermato Elena Verdu, professoressa di gastroenterologia e coautrice dello studio, la quale ha concluso che individuare con precisione la scintilla della risposta immunitaria «potrebbe stimolare la ricerca sulla somministrazione di farmaci per inibire questo ruolo appena scoperto dell’epitelio» utilizzando farmaci già in fase di sperimentazione clinica.

[di Roberto Demaio]

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5 Commenti

  1. Mi chiedo se la terapia, vista anche l’escalation di casi, non possa essere una corretta alimentazione che riduca gli zuccheri raffinati, le carni rosse, i cibi processati onde ristabilire un corretto stato di eubiosi: senza quindi ricorrere ad altri farmaci… ma la gente (e big pharma) preferiscono sostituire un corretto stile di vita con la pillola “magica”.

  2. È corretto quanto scritto “altri farmaci alé ” infatti questi studi sono tutti finanziati da Big Pharma che prima propina agli umani cibi contaminati dai loro “farmaci” x la coltivazione poi produce I farmaci x fare “guarire” gli umani. Sono sicuramente dei geni peccato che la maggior parte degli umani, soprattutto italiani, non lo capiscono.

    • Esatto!
      Tutti in farmacia a far la fila per “ammutolire” il sintomo (il che è sacrosanto diritto e a volte è necessario) senza rivolgersi mai a chi può aiutare a far comprendere il perché: a te sì a me no. A me dopo questo evento, a 30 anni o in quel specifico periodo ecc… A quell’altro mai, sempre in salute.
      Big farma e ricercatori non interessa risalire la catena fino alla causa originaria del disturbo/malattia. Meno che meno se ciò implica l’assenza di farmaco! E infatti come detto nell’articolo sono fermi a ricercare studiare molecole specifiche nell’epitelio intestinale… come da prassi in visione esclusiva materialistica – meccanicistica.

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