venerdì 8 Novembre 2024

I biosensori 3D potrebbero fornire la cura per le malformazioni congenite

Sono stati realizzati e studiati nuovi biosensori 3D direttamente nel cervello in via di sviluppo e nel midollo spinale degli embrioni di pollo che aprono a nuove strade per comprendere meglio e prevenire alcune malattie: è quanto emerge da un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Materials da un team internazionale di scienziati composto da ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare in collaborazione con l’University College London. Si tratta di sensori di forza meccanica adibiti a studiare i parame...

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5 Commenti

  1. Questa sarebbe la buona notizia del giorno?
    Prevenire la malattia inserendo “biosensori 3D direttamente nel cervello in via di sviluppo” non mi sembra un approccio corretto e etico della medicina, ma piuttosto l’ennesima distorsione tecnologica di una ricerca scientifica paradossale in chiave transumanista.

    • Se in prospettiva di aiuto decisivo per patologie che possono causare problemi drammatici, e non una ricerca con il solo obiettivo di applicare i risultati indiscriminatamente per raggiungere benefici economico/politici per i soliti noti (magari a scapito della popolazione), allora ben venga. Purtroppo il confine fra ciò e l’abuso di tali tecniche è spesso sottile, ma le tecnologie avanzate se ben applicate e non abusate possono e devono essere utili.

      • Certo, la tecnologia non è negativa a priori, dipende sempre dall’uso/abuso. Ma forse non consideri il fatto che, da come descritta nell’articolo, essendo preventiva, è un’operazione che andrebbe fatta su TUTTI gli embrioni, per eventualmente trovare quell’uno su mille. Già pensare a un’operazione invasiva di massa mi sembra grottesco se non nazista, poi rimane da vedere le eventuali reazioni avverse o conseguenze negative nell’avere un biosensore nel cervello.

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