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Treviso: dopo anni di proteste il Maxi Polo di Casale sul Sile è stato fermato

Il maxi polo logistico di Casale sul Sile, il provincia di Treviso, non sarà realtà. Ammettendo che non sussistono le condizioni per portarlo avanti, la giunta comunale ha infatti definitivamente annullato un progetto che prevedeva un’enorme cementificazione, contemplando la costruzione di tre magazzini su un’area di intervento di circa 500.000 mq. L’obiettivo era quello di ospitare, tra gli altri, colossi come Amazon, Zalando e FedEx. E mentre i proponenti promettono battaglia, annunciando ricorsi, a esultare è la cittadinanza attiva che da anni, sotto la sigla del Coordinamento No Maxi Polo Casale-Quarto-Roncade, ha lottato contro la costruzione del polo logistico, non abbassando mai abbassato la testa.

Nello specifico, il Piano Urbanistico Attuativo, che nella forma attuale era stato presentato nel 2017, insisteva l’area situata industriale Casale Est, prevedendo la realizzazione di un enorme polo industriale per la logistica che avrebbe visto la costruzione di tre grandi capannoni e aree direzionali. La giunta ha dovuto sventolare [1] bandiera bianca dopo aver definitivamente preso atto che non si era pervenuti a un’intesa tra i soggetti coinvolti, ovvero i proprietari dei lotti interessati e coloro che ne avevano la disponibilità, perché sottoscrivessero lo schema di convenzione urbanistica e la documentazione progettuale. «A 7 anni di distanza dalla prima presentazione del PUA, mancando ad oggi la condizione fondamentale e necessaria per procedere, abbiamo deciso di respingere definitivamente la proposta – ha dichiarato la sindaca di Casale sul Sile, Stefania Golisciani -. Rispetto a questo progetto, la linea tenuta dall’amministrazione è stata assolutamente coerente: fermiamo il progetto perché non si è mai realizzata quella condizione che fin da subito abbiamo posto come requisito fondamentale». Al momento, l’area tracciata all’interno del PUA è quasi interamente coperta da prati. Essa manterrà la destinazione d’uso mista industriale, direzionale e servizi, rispetto a cui l’Amministrazione sarà chiamata a valutare eventuali progetti che i privati potranno presentare in futuro.

Canta vittoria il Coordinamento No Maxi Polo Casale-Quarto-Roncade, che ha sempre espresso la sua contrarietà al progetto a causa del pericolo di danno ambientale legato al consumo di suolo e all’inquinamento atmosferico. “Nella seconda regione più cementificata d’Italia, in una delle zone con l’aria più inquinata d’Europa, si voleva asfaltare un’area di intervento di 500.000 mq. A fronte di una quantità e qualità del tutto imprecisabile di posti di lavoro (ricordiamo che un vero utilizzatore finale non è mai saltato fuori), spingevano per un progetto a favore di pochi, che avrebbe intaccato la qualità della vita dei più”, ha scritto [2] il network di associazioni e cittadini in un comunicato commentando la notizia. Con la consapevolezza che la battaglia non sia chiusa, dal momento che la sindaca di Casale ha sostenuto “che la legge regionale sul consumo di suolo, già nota per essere suscettibile alle deroghe più permissive, debba essere rivista allo scopo di ripresentare un progetto simile”, il Coordinamento ha ringraziato “tutte e tutti coloro che hanno contribuito a questa importante vittoria”.

[di Stefano Baudino]