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Russia: profitti record per le banche nel 2023, nonostante le sanzioni internazionali

Nonostante le sanzioni economiche e finanziarie internazionali imposte da Stati Uniti e Unione Europea in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’economia di Mosca non ha mostrato solo un’ottima capacità di resistenza con una crescita più alta del previsto, ma ha anche messo a segno un incremento record dei profitti per le banche nel 2023: gli istituti di credito del Paese, infatti, hanno registrato [1] 37 miliardi di dollari di profitti lo scorso anno, in aumento di 16 volte rispetto al 2022, come riportato dalla Banca Centrale Russa (BCR) in un rapporto pubblicato martedì. L’incremento degli utili bancari è stato possibile grazie a due fattori chiave: l’aumento del 34,5% dei mutui, accompagnato da un programma di stimolo del governo pensato per espandere la domanda, e la concessione di prestiti a coloro che acquistano attività dalle società internazionali costrette a chiudere a causa delle sanzioni o da quelle espropriate dallo Stato. Allo stesso tempo, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha dichiarato che l’economia russa crescerà del 2,6% quest’anno, vale a dire due volte più veloce di quanto previsto a ottobre dal FMI. Secondo il Financial Times (FT), “L’aggiornamento russo, di 1,5 punti percentuali, è il più grande per qualsiasi economia presente in un aggiornamento del World Economic Outlook del fondo”. Il tutto avviene mentre il sistema bancario russo è escluso dal sistema di pagamenti internazionali SWIFT e i suoi beni finanziari all’estero sono congelati.

Per quanto riguarda l’aumento dei mutui – primo fattore di accrescimento degli utili bancari – la BCR scrive che “A dicembre il tasso di crescita dei prestiti ipotecari è rimasto elevato (+2,9%)” e che “La crescita annuale ha raggiunto quasi il 35%, ovvero 1,7 volte superiore a quella del 2022 (20,4%)”. Questi dati sono dovuti anche ai tassi di interesse agevolati: mentre, infatti, i tassi generali del mercato ipotecario russo sono di circa il 14%, i prestiti per la casa sovvenzionati sono concessi all’8% e al 6% per le giovani famiglie, con la differenza coperta dal bilancio statale. Anche grazie ai nuovi prestiti relativi agli accordi con società straniere che lasciano la Russia, il portafoglio di crediti societari aggregati delle banche è cresciuto di oltre il 20% nel 2023, secondo il rapporto [2] della BCR. Alexandra Prokopenko, una borsista che in precedenza ha lavorato presso la Banca centrale russa, ha riferito [3] al FT che “Il settore sta accumulando di nuovo denaro. Se l’economia russa dovesse affrontare un altro shock esterno, avrà delle risorse che possono essere schierate e il governo non dovrà spendere soldi per salvarlo”.

Al momento, tuttavia, le prospettive economiche di Mosca sono buone, addirittura migliori di quelle europee: a fronte di una revisione al rialzo delle stime di crescita russe, infatti, quelle europee sono state viste al ribasso dall’ultimo Economic Outlook del FMI, pubblicato [4] ieri: il PIL europeo, infatti, dovrebbe aumentare dello 0,9% nel 2024 rispetto all’iniziale previsione dell’1,2%, trainato al ribasso dalla crisi della Germania. Di contro, l’economia russa si espanderà molto più rapidamente quest’anno di quanto previsto in precedenza, secondo il FMI, anche grazie al forte stimolo fornito dalla spesa pubblica nell’economia di guerra russa. Questi dati dovrebbero sollevare dei dubbi circa l’efficacia delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali a Mosca. Anche secondo [5] il FT, queste “cifre solleveranno nuove questioni sull’efficacia di molteplici cicli di sanzioni occidentali volte a deprimere le entrate fiscali raccolte dal Cremlino per finanziare la sua guerra in Ucraina”. In altre parole, le sanzioni occidentali non hanno raggiunto i risultati che si erano preposte, ossia far fallire l’economia russa, e ad apparire in difficoltà è l’economia europea a causa del rallentamento generale della produzione. Come si era già messo in evidenza in un altro articolo [6], infatti, mentre alcuni dei principali indici economici tedeschi e degli altri Stati europei registrano un calo, quelli russi segnano risultati positivi. Allo stesso tempo, uno studio [7] promosso da Banca d’Italia aveva messo in luce come la variazione nell’offerta di gas in Europa sia all’origine della crisi inflattiva che ha messo in difficoltà l’industria e i consumatori europei.

A confermare la resistenza del sistema economico russo, dunque, si aggiunge ora anche la solidità del sistema bancario: secondo alcuni esperti, infatti, il settore è stabile e non si intravedono “bandiere rosse” all’orizzonte, confutando così i pronostici di fallimento formulati dai politici e dai media occidentali all’indomani dell’imposizione delle sanzioni. La BCR comunque è cauta: ha precisato che prevede una crescita equilibrata e che l’assestamento degli standard di concessione dei mutui ipotecari previsto nel 2024 comporterà probabilmente una crescita meno elevata del mercato per l’anno in corso ridimensionando quindi anche i profitti bancari.

[di Giorgia Audiello]