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Messina, 36enne indennizzata a vita per “danni irreversibili” da vaccini anti-Covid

Per i danni irreversibili provocati dall’inoculazione contro il Covid, una 36enne di Palermo riceverà un indennizzo a vita. A stabilirlo è stata la Commissione medica ospedaliera di Messina, che ha accolto l’istanza dei suoi legali. I membri della Commissione hanno infatti accertato che i vaccini hanno provocato nella donna – cui furono somministrate tre dosi fra il 2021 e il 2022, una Astrazeneca e due Pfizer – “una miocardite alla parete inferiore del ventricolo sinistro al tratto medio, con minima estensione alla parete infero-laterale”. Cinque mesi dopo la seconda inoculazione, le fu diagnosticata una “lesione compatibile con una evoluzione anatomopatologica di una pregressa miocardite a verosimile eziogenesi post vaccinale”. E ora i medici sono certi: vi è un nesso di causalità tra la somministrazione del farmaco e l’insorgenza degli effetti avversi.

Se fino ad ora il Dipartimento messinese aveva respinto le istanze ricevute, non registrando la sussistenza di rapporti causa-effetto fra la vaccinazione e la patologia, con questa [1] pronuncia potrebbe aprirsi un nuovo capitolo nelle decisioni sugli indennizzi da riconoscere a persone che hanno subito danni dalla vaccinazione anti-Covid. La cifra esatta non è ancora stata fissata, ma la donna dovrebbe avere diritto a una somma di circa 1.800 euro a bimestre. All’interno della sua pronuncia, la commissione di Messina ha scritto che “sulla scorta della più recente letteratura scientifica e del rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19, redatto dall’Agenzia italiana del farmaco, può essere considerata verosimile l’associazione causale fra la somministrazione di vaccino e l’infermità di cui al giudizio diagnostico”, esprimendo dunque “parere favorevole alla concessione dei benefici”.

L’indennizzo che sarà riconosciuto alla donna rientra fra quelli previsti dalla legge 210/92 per “soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue e somministrazioni di emoderivati, che ne facciano richiesta”, la cui platea di riferimento è stata aggiornata dalla sentenza della Corte Costituzionale del 26 maggio 2020, che ha riconosciuto l’obbligo di indennizzo anche per le vaccinazioni non obbligatorie. Giuridicamente, possono dunque rientrare [2] nel computo i cittadini che sono stati inoculati con i vaccini anti-Covid, come dimostra il fatto che, all’inizio del 2022, con un decreto legge era stato creato un fondo da 150 milioni di euro da cui pescare il denaro per eventuali risarcimenti a causa degli effetti avversi del vaccino. Rispetto alla procedura da adottare, va evidenziato che, dal 1° gennaio 2001, le competenze sono state trasferite dal ministero della Salute alle regioni, dunque la domanda di indennizzo deve essere avanzata all’azienda sanitaria di residenza, chiamata ad effettuare l’istruttoria.

[di Stefano Baudino]