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Stop ai fondi europei all’Ucraina: l’Ungheria di Orban ha posto il veto

In seguito al via libera all’apertura dei negoziati per l’adesione all’Ue dell’Ucraina, il premier dell’Ungheria Viktor Orban ha bloccato 50 miliardi di euro di aiuti europei destinati a Kiev, ponendo il suo veto alla decisione. Si è aperta così la seconda giornata del Consiglio Ue, animato dalla trattativa sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale, in cui si discute sull’inserimento dei fondi per sostenere l’Ucraina nel conflitto contro la Russia. Lo stesso Orban ieri aveva manifestato il suo dissenso rispetto all’avvio dei negoziati per l’ingresso di Kiev nell’Unione Europea, ma in quel caso aveva infine deciso di non porre il veto e di abbandonare la sala in occasione del voto. Ad ogni modo, nonostante le pressioni dei rappresentanti degli altri Stati membri e degli sherpa, sul tema del bilancio Orban non ha invece ceduto. E adesso rivendica i fondi destinati all’Ungheria e bloccati l’anno scorso dall’Europa a causa delle violazioni dello stato di diritto nel suo Paese per cambiare idea.

Il Consiglio europeo ieri aveva deciso di avviare i negoziati di adesione con Kiev – come con la Moldavia e la Georgia – dopo una dura opposizione di Orban. Il leader ungherese, infatti, aveva parlato [1] sui social dell’entrata nell’Ue come di “un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle precondizioni”, parte delle quali, “anche nella valutazione della Commissione europea”, dall’Ucraina “non sono state raggiunte”. Alla fine, però, Orban aveva deciso di non partecipare al voto e dunque di non porre il suo veto. Ed è molto probabile che, ad influire sulla scelta del premier magiaro, sia stata la decisione della Commissione – arrivata martedì – di sbloccare un terzo dei fondi a Budapest stoppati nel 2022 per le gravi problematiche sul versante dello stato di diritto. “È stata presa la decisione di avviare i negoziati di adesione all’Ue – aveva gioito su Telegram il presidente ucraino Zelensky -. Questo passo sarà seguito da quelli successivi. Si tratta di un lavoro enorme: integrare lo Stato, tutte le istituzioni, tutte le norme nell’Unione Europea. Ma lo faremo. L’Ucraina ha dimostrato più volte di cosa siamo capaci. Ci sarà un’altra decisione vittoriosa: arriverà il momento in cui potremo festeggiare l’adesione dell’Ucraina all’Ue”. Poi, però, con il veto di Orban sui fondi da destinare a Kiev, stamattina è arrivata [2] per lui una doccia fredda. In mattinata, in un’intervista a Kossuth Radio, Orban ha rivendicato [3] tutti i fondi europei («non la metà, o un quarto») destinati al suo Paese inquadrandoli come contropartita per dare l’ok al pacchetto di aiuti per l’Ucraina.

«L’accordo sulla revisione del bilancio Ue è stato sostenuto da 26 leader ma un altro leader non lo ha fatto, torneremo dunque sulla questione all’inizio del prossimo anno e tenteremo di trovare l’unanimità». A dirlo [4], nella notte tra il primo e il secondo giorno del summit, è stato Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, che aveva proposto di mantenere le risorse per l’Ucraina a 50 miliardi di euro (di cui 17 miliardi di euro di sussidi a fondo perduto e 33 miliardi di euro di prestiti). «Abbiamo strumenti per garantire la nostra affidabilità, gli ucraini possono contare sul nostro sostegno», ha poi aggiunto, cercando comunque di lanciare un messaggio «positivo e rassicurante». “Riepilogo della nottata: veto sui soldi extra all’Ucraina, veto sulla revisione del Qfp. Torneremo sulla questione l’anno prossimo nel Consiglio europeo dopo un’adeguata preparazione”, ha rivendicato Orbán sui suoi account. Si tratta di un duro colpo per Zelensky, che questa settimana ha anche fallito [5] l’ultimo tentativo di convincere il Congresso degli USA ad approvare il pacchetto emergenziale predisposto dal presidente Joe Biden per l’Ucraina – 110,5 miliardi di dollari in aiuti militari e finanziari – prima della pausa natalizia dei parlamentari. Ci ha provato andando in visita ufficiale alla Casa Bianca e a Capitol Hill, ma è tornato a mani vuote.

[di Stefano Baudino]