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Secondo l’autorità francese i farmaci per il raffreddore sono un grave rischio per la salute

I farmaci utilizzati per combattere il raffreddore possono comportare effetti indesiderati, anche molto gravi. A lanciare l’allarme è l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali (Ansm), che lunedì, in concomitanza con l’inizio della stagione del raffreddore e dell’influenza, ha reso noto che medicinali vasocostrittori come come Actifed, Dolirhume, Nurofen Rhume, Humex e Rhinadvil possono addirittura arrivare a provocare ictus e infarti. Si parla, nello specifico, di farmaci da banco contenenti pseudoefedrina di cui, soltanto in Francia, nel 2022 sono state vendute più di 3 milioni di scatole. Rischi classificati come rari, ma “molto gravi”, che sollevano dubbi concreti sull’opportunità di assumere farmaci al solo scopo di risolvere in anticipo una semplice forma di infezione alle prime vie respiratorie.

Pur precisando che si parla “di un rischio raro”, con “307 casi gravi tra il 2012 e il 2018”, nelle sue raccomandazioni l’Ansm ha messo [1] nero su bianco che sono stati “riportati casi di sindromi da encefalopatia posteriore reversibile (Pres) e sindromi da vasocostrizione cerebrale reversibile (Rcvs) dopo l’assunzione di un vasocostrittore orale contenente pseudoefedrina”, la cui conseguenza può essere una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello e, in certi casi, gravi complicazioni per la vita. Lunedì, a Franceinfo, la direttrice dell’Ansm Christelle Ratignier-Carbonneil ha dichiarato [2] che «esistono rischi di effetti indesiderati, rari ma molto, molto gravi, su tutte le popolazioni», comprese «quelle senza fattori di rischio» e che ne fanno «un uso limitato». Peraltro, sull’efficacia di questi farmaci sono state sollevate nel corso del tempo molte perplessità. A settembre, la Food and drug administration – l’ente di regolazione dei farmaci (e del cibo) statunitense – ha per esempio evidenziato [3] come “dati scientifici attuali” di questi farmaci “non supportano l’efficacia del dosaggio raccomandato di fenilefrina somministrata per via orale come decongestionante nasale”. NèreS, l’associazione francese che rappresenta le aziende farmaceutiche, ha invece bollato l’avvertimento dell’Ansm come “prematuro”, sostenendo che “il rapporto rischi/benefici di questi farmaci” sia “ancora favorevole“.

Nel 2018, in Francia, è comunque già stato fatto divieto di pubblicizzare queste medicine e nel comunicato dell’Ansm si legge che “altre misure restrittive potrebbero essere adottate per proteggere i pazienti”. Lo scorso febbraio, l’Agenzia ha richiesto un aggiornamento della valutazione a livello europeo sui rischi di questi medicinali, di cui soltanto la Ue potrebbe effettivamente ordinare il ritiro dal mercato (fino a vietarli del tutto). In ultimo, nelle sue raccomandazioni l’Agenzia ha ricordato [4] che il comune raffreddore, di norma, “guarisce in meno di 10 giorni senza alcun aiuto”, consigliando ai pazienti, in caso di sintomi “insopportabili”, di “utilizzare soluzioni di lavaggio nasale, come spray salini o di acqua di mare, bere molto, dormire con la testa sollevata e osservare un’alimentazione adatta”.

[di Stefano Baudino]