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Libia, proteste davanti ai pozzi ENI: “L’Italia scelga tra il petrolio e Israele”

In Libia, a circa 60 chilometri dalla capitale Tripoli, decine di manifestanti si sono riuniti davanti al complesso petrolifero e di gas di Mellitah – di cui la Libia è comproprietaria insieme all’italiana Eni – al fine di denunciare i «crimini di guerra» commessi dall’occupazione israeliana nella Striscia di Gaza contro i civili, che in questi giorni di conflitto continuano a morire sotto le bombe. Il gruppo di dimostranti ha chiesto allo Stato italiano di correggere la sua «infausta» posizione nei confronti degli attacchi dell’esercito israeliano e di contribuire all’invio di aiuti al territorio cinto d’assedio. «L’Italia scelga tra il petrolio e Israele», hanno urlato.

Sostenendo la resistenza armata nella Striscia, i manifestanti hanno affermato [1] a gran voce che i palestinesi hanno il diritto di difendersi contro la “brutale occupazione”, chiedendo al contempo una netta presa di posizione internazionale e un intervento immediato contro i crimini perpetrati da Israele, che ha colpito «civili e ospedali». Le persone riunite a Mellitah si sono dette «scioccate» dall’immobilismo imputato al governo dell’Arabia Saudita di fronte all’aggressione dell’esercito israeliano ai danni dei palestinesi. A tal fine, hanno invitato il popolo delle nazioni arabe e islamiche a mettersi in marcia nelle strade delle loro città per manifestare ferma opposizione contro le azioni violente perpetrate da Tel Aviv. «Il petrolio arabo viene usato per uccidere i civili a Gaza», hanno affermato i membri del gruppo riuniti a Mellitah, che hanno invitato gli Stati produttori di petrolio ad usare il greggio come arma di pressione per fermare l’offensiva israeliana. Dichiarando, infine, che se i loro appelli non troveranno seguito alzeranno il tiro della protesta.

La stazione di compressione del gas libico di Mellitah è uno dei più importanti snodi per gli interessi italiani nel Nord Africa. Da qui infatti si diparte il Greenstream, il più grande metanodotto [2] sottomarino del Mediterraneo, che in alcuni punti raggiunge la profondità di 1.127 metri ed è lungo 520 km. Realizzato nei primi anni del 2000, è operativo dal 2004. Esso approda in Sicilia, precisamente a Gela, e fornisce all’Europa circa 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno (di cui un quinto va al nostro Paese).

[di Stefano Baudino]