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Letame contro il palazzo della Regione Lombardia: l’iniziativa di “Ribellione animale”

Nella mattinata di ieri, tre attiviste del collettivo “Ribellione Animale” hanno imbrattato l’ingresso e le vetrate del palazzo della Regione Lombardia con il letame. Le autrici dell’atto [1] dimostrativo, con cui è stato ostruito il normale accesso alla struttura, hanno steso uno striscione con la scritta “Stop sussidi agli allevamenti”. All’interno di un comunicato, il gruppo ha motivato il gesto spiegando che, proprio dalla Regione, era stata ordinata l’uccisione dei 9 maiali del Santuario Progetto Cuori Liberi, poi consumatasi lo scorso 20 settembre. “Più di 70 miliardi di animali ogni anno vengono nutriti e uccisi con risorse che potrebbero soddisfare per tre volte la domanda alimentare umana – hanno evidenziato gli attivisti -. La Lombardia è la prima regione per numero di suini allevati di tutta Italia, qui vivono quasi 4,4 milioni di maiali, ovvero il 50% della produzione nazionale. Milano è costantemente ai primi posti tra le città più inquinate del mondo, con la Pianura Padana che non a caso si conferma la zona più inquinata di tutta Europa. Questo dimostra l’inefficienza di un modello alimentare che privilegia il profitto di poche industrie”.

La protesta al Palazzo della Regione – inserita nel contesto della campagna nazionale “Futuro Vegetale”, partita lo scorso 31 marzo con una serie di azioni coordinate all’interno di alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata – è stata concepita e messa in atto per chiedere al governo una transizione dell’attuale sistema alimentare verso un modello a base vegetale, nonché la rimozione dell’Iva al 22% sui prodotti di prima necessità a base vegetale, con la penalizzazione di quelli che hanno un alto impatto ambientale. Il gruppo chiede inoltre di veicolare verso la transizione agro-ecologica i sussidi destinati all’industria zootecnica e di sospendere l’apertura e l’ampliamento di nuovi mattatoi e allevamenti.

«La zootecnia rappresenta la più grande minaccia alla biodiversità in Italia e sul Pianeta» ha dichiarato [2] Geo, attivista di “Ribellione Animale”, «eppure questo settore continua a ricevere miliardi di euro in sussidi pubblici, soldi provenienti dalle tasse dei cittadini. Io mi rifiuto di essere complice di questo sistema di produzione, mi rifiuto di stare a guardare mentre gli ecosistemi vengono devastati e la crisi climatica si abbatte sempre più violentemente sui nostri territori. Non posso credere, non voglio accettare che questo governo stia finanziando la nostra morte e quella degli ecosistemi che ci permettono di vivere».

[di Stefano Baudino]