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In tutta Italia si stanno svolgendo manifestazioni per il popolo palestinese

Proseguono in tutta Italia le manifestazioni in risposta all’appello alla solidarietà con il popolo palestinese. Dopo Napoli, Roma e Bologna, oggi tocca ad altre 10 città tra cui Torino, Milano e Firenze. Nel primo pomeriggio, a Torino si svolgerà il corteo in Piazza Crispi alle ore 15:00, mentre alle ore 15:30 si manifesterà a Milano in Piazza Duca d’Aosta ed a Vicenza presso il Piazzale De Gasperi Porta Castello. Più tardi, alle 16:00, si svolgeranno altri due cortei a Brescia in Piazza Garibaldi ed a Bari in Piazza Cesare battisti. Nel tardo pomeriggio invece, si manifesterà alle ore 17:00 a Catania in via Etnea angolo via Prefettura ed a Cagliari in Piazza Garibaldi, mentre alle 18:00 sono previsti i presidi a Firenze in Piazza S. Maria Novella e a Salerno in Piazza Ferrovia. Tutte manifestazioni con un obiettivo comune: mostrare vicinanza e solidarietà al popolo palestinese che da giorni è vittima innocente del conflitto tra Israele ed Hamas e che proprio in queste ore sta tentando l’evacuazione [1] dopo l’ultimatum dell’esercito israeliano, che ha annunciato che il Nord della Striscia di Gaza diventerà a breve zona di operazioni militari.

«Palestina libera! Nella striscia di Gaza la gente viene massacrata, lasciata morire senza acqua, cibo ed elettricità. Un genocidio sotto gli occhi del mondo». Sono queste alcune delle frasi pronunciate dai manifestanti a Roma ieri, dove centinaia di persone si sono riunite in Piazza Vittorio per mostrare sostegno al popolo palestinese. Corteo che, quando ha provato a dirigersi verso il luogo dove era in corso un congresso delle destre giovanili europee, ha subito la carica della polizia [2], che è stata supportata da due blindati ed è culminata con calci e manganellate contro i manifestanti e gli studenti dei collettivi. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva dichiarato [3] ieri che «al momento non c’è un livello particolare di allerta ma i servizi di sicurezza sono stati comunque allertati anche sul rischio emulazione».

Rimane da vedere quindi come e se l’Italia deciderà di limitare le manifestazioni e il sostegno al popolo palestinese, visto che altri paesi europei hanno già deciso a riguardo: in Francia il ministero dell’Interno francese Gèrald Darmanin ha proibito ogni genere di manifestazione contro l’assedio e i bombardamenti israeliani che hanno causato la morte di più di 1.600 persone nella striscia di Gaza di cui, secondo [4] la rete televisiva Al Jazeera, circa la metà sono donne e bambini. A Parigi i manifestanti che hanno deciso comunque di scendere in piazza sono stati attaccati dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa che hanno usato manganelli, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni e hanno effettuato dieci fermi. Inoltre, il Ministero degli Interni ha annunciato [5] l’apertura di un iter che porterà alla chiusura e allo scioglimento di alcune associazioni e organizzazioni accusate di apologia dell’antisemitismo o del terrorismo. Il ministro Darmanin ha dichiarato anche che il Nuovo Partito Anticapitalista – una formazione di sinistra radicale d’opposizione – è oggetto d’indagine in quanto accusato di “favoreggiamento al terrorismo” e che tutti i cittadini stranieri autori di eventuali reati legati alla propaganda filopalestinese «devono vedersi sistematicamente revocato il permesso di soggiorno ed essere espulsi». In Germania per ora sono proibiti solo i cortei affini ad Hamas, anche se mercoledì due manifestazioni a sostegno dei diritti del popolo palestinese sono state vietate per “motivi di ordine pubblico”. Il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato l’intenzione di sciogliere l’associazione Samidoun e che “chiunque bruci le bandiere d’Israele commette un reato e verrà punito”. In Austria la polizia di Vienna ha vietato una manifestazione perché – come spiegato dal capo della polizia austriaca – lo slogan usato per pubblicizzare la protesta è affine ad Hamas. In Ungheria il primo ministro Viktor Orban ha dichiarato che «non consentirà alcune manifestazioni a sostegno delle organizzazioni terroristiche» mentre in Inghilterra il ministro dell’Interno Suella Braveman ha esortato la polizia ad essere inflessibile nei confronti di “comportamenti e slogan ritenuti inaccettabili” e a «valutare se sventolare la bandiera palestinese possa essere considerato un reato assimilabile all’esaltazione del terrorismo».

[di Roberto Demaio]