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La vittoria dei cittadini di Spilimbergo: l’inceneritore non si farà

Dopo una lunga battaglia che ha visto protagonista la mobilitazione di una grossa fetta di cittadinanza attiva, alla fine è ufficiale: l’inceneritore di Spilimbergo (Comune in provincia di Pordenone) non si farà a causa dell’eccessiva prossimità della struttura a un centro abitato. A comunicarlo è stato l’assessore regionale alla Difesa per l’Ambiente del Friuli-Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro: «Poco meno di due mesi fa a Pordenone ho incontrato con il sindaco di Spilimbergo i suoi colleghi primi cittadini interessati dal progetto del nuovo termovalorizzatore – ha dichiarato l’assessore -. Avevo condiviso le loro perplessità e garantito la massima attenzione degli uffici, come sempre, nel valutare l’istanza e garantire la salute e la tutela dell’ambiente: oggi posso annunciare che il nuovo impianto non verrà realizzato perché troppo vicino alle abitazioni».

Si tratta di una grande vittoria della popolazione di Spilimbergo, che fin da giugno ha levato gli scudi contro il progetto dell’azienda EcoMistral – parte del gruppo EcoEridania -, incentrato nello specifico sull’ampliamento dell’inceneritore per rifiuti speciali pericolosi. L’obiettivo di Ecomistral era infatti quello di portare la struttura a una capacità di smaltimento di 70 mila tonnellate di rifiuti all’anno dagli attuali 25 mila. Secondo questo piano, nel piccolo Comune (di soli 12mila residenti) sarebbe stata smaltita più della metà di tutti i rifiuti speciali pericolosi bruciati ogni anno in Italia. Che, nel 2022, sono ammontati [1] a circa 117mila tonnellate.

Da subito, membri del Comitato No Inceneritore Rifiuti Speciali Pericolosi Spilimbergo avevano evidenziato come le criticità non riguardassero soltanto la possibile costruzione del nuovo impianto, ma anche la situazione di quello vecchio, denunciando [2] in particolare che, in 25 anni, non è mai stato effettuato uno studio epidemiologico e che i controlli Arpa sono stati esigui e parziali. Il Comitato aveva richiesto che la questione fosse affrontata nei Consigli comunali dei Comuni vicini, poiché la nuvola di fumo prodotta dalla ciminiera del nuovo impianto sarebbe andata a ricadere «su di un raggio di 10-15 km, variabile in base alla direzione dei venti e interessando quindi i comuni vicini», in un’area «già gravata dalla presenza di impianti insalubri».

Come ha spiegato [3] Scoccimarro, «la linea politica mia e di questa Giunta è sempre stata volta a favorire lo sviluppo e gli investimenti sul territorio, tenendo però ben chiari due dei pilastri su cui poggia la nostra società: la salute e la tutela dell’ambiente. Dall’istruttoria degli uffici regionali relativi il Paur per il termovalorizzatore di Spilimbergo – ha concluso l’assessore – si evince come l’impianto sarebbe sorto troppo vicino a un centro abitato e quindi il progetto verrà archiviato se il proponente non ritirerà la domanda».

Il Comitato ha dunque diffuso [4] una nota in cui ha fatto sapere che «la mobilitazione che ha animato in questi mesi il territorio rappresenta il primo passo di un percorso ben più lungo che non può e non deve fermarsi alla prima vittoria. Questo primo passaggio è la conferma che la mobilitazione delle persone fa la differenza. Siamo determinati a non abbassare la guardia e a continuare ad impegnarci per ottenere un territorio dove valga la pena vivere, un luogo dove la salute e l’ambiente siano posti prima di ogni cosa». Alla luce del nuovo scenario, i membri del Comitato alzano l’asticella del confronto, chiedendo a gran voce «controlli sull’attuale impianto, biomonitoraggi e studi epidemiologici». L’obiettivo è chiaro: «Vogliamo che l’attuale struttura venga finalmente chiusa. Vogliamo che si prendano le misure necessarie per evitare che in futuro un altro progetto simile venga imposto sulla nostra città».

[di Stefano Baudino]