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Evadere

Ritagliarsi uno spazio per ritrovare la propria quotidianità… Per me significa partire a piedi, di buon mattino, col mio cane Gigio. 

Imbocco il sentiero che ho scelto come meta qualche anno fa, quando, ristretta agli arresti domiciliari, riscoprivo gli orizzonti intorno casa.  

Questo luogo, fino agli anni sessanta, era terreno di vigne e frutteti, poi cancellati dalla corsa all’urbanizzazione. Ora sono villette, linde, ciascuna col suo praticello all’inglese, la pianta di rose rampicanti e l’oleandro in fiore, evocazione marina in questo agosto da cui il mare è lontano. 

Costeggio le ultime abitazioni, poi entro tra gli orti incuneati tra i muretti a secco. Ecco l’ovile con lo scampanellare di una greggiola di capre e l’infaticabile zappare del pastore-contadino. Ultime, la casa minuscola della cagnolina Piuma, poi la casa degli asinelli, tra querce e rocce…

La strada prosegue al limite del bosco, lungo prati e brevi radure, nelle quali ho incontrato, tra interminabili periodi di siccità e piogge infinite, l’avvicendarsi delle stagioni, fioriture di varietà ormai scomparse altrove, le tracce degli animali della selva: una cavalcata di giovani cinghiali che ha attraversato il sentiero perdendosi tra i pruneti, la volpe comparsa all’improvviso e rapidamente dileguata lungo misteriose tracce di caccia e di vita, la pelle di muta della serpe ai piedi di un muretto a secco…

Oggi c’è il vento che scuote i grandi alberi e si abbatte rabbioso verso il piano. Nel fondo-valle si alzano le polveri dei cantieri: veleni in volo verso i paesi, verso la città… la tecnologia nulla può rispetto alla madre terra che non perdona il sistema innaturale, dimentico del limite, irresponsabile verso il futuro.

Ma qui, su questo sentiero che si inerpica tra roverelle e rocce, il vento ha il rombo dell’organo, la voce potente che canta antiche canzoni; e la solitudine è popolata di sguardi: le creature del bosco, al riparo di tane e pruneti, ci guardano passare, viandanti solitari di un tempo senza orologi.

[di Nicoletta Dosio – Oltre ad essere da sempre attiva in numerose lotte
sociali e politiche sul territorio piemontese, Nicoletta Dosio è uno dei volti storici del Movimento No TAV. Condannata ai domiciliari per aver partecipato a una manifestazione pacifica del Movimento, ma rifiutandosi di sottostarvi e divenire così “carceriera di sé stessa”, Nicoletta è stata imputata di almeno 130 evasioni, che le sono valse la condanna a oltre un anno di carcere presso il penitenziario di Torino]