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L’incendio di Ciampino sta scaricando una nube di sostanze tossiche su Roma

Le analisi sulla qualità dell’aria dopo il rogo di Ciampino [1] continuano e i risultati non sono affatto positivi: tra i pericoli non ci sono solo le diossine, ma anche il benzopirene, una sostanza che danneggia la salute dell’uomo ed è cancerogena. Entrambe le analisi hanno rilevato valori che superano le soglie suggerite dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e quelle stabilite per legge da 94 fino a 370 volte. Ma i rischi non si limitano solo all’essere umano: le sostanze potrebbero compromettere gravemente l’intero territorio colpito, dalla terra ai fiumi. Il rischio si estende quindi anche agli ortaggi limitrofi che hanno assorbito la sostanza. I sindaci dei comuni coinvolti hanno ribadito di seguire le precauzioni diramate dall’Asl e il comune di Ciampino ha fatto richiesta al ministero dell’Interno per maggiori risorse di protezione civile. Secondo Roberto Sacchi, presidente di Legambiente Lazio, la Capitale ha un problema nella gestione e riciclaggio dei rifiuti e il rogo di Ciampino è un disastro che avrà impatti pesantissimi sulla salute dei cittadini in futuro.

Secondo gli ultimi risultati di Arpa Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) e dei due campionatori installati a Ciampino (a 1,6km dall’incendio) e a Cinecittà (9km dalle fiamme) il valore rilevato di diossine è di 37pg/m3 (contro la soglia suggerita di 0,1-0,3pg/m3 dall’OMS) e il valore di benzopirene è pari a 94ng/m3 (94 volte superiore al valore soglia di 1ng/m3). Le diossine sono un gruppo di sostanze che hanno caratteristiche chimiche simili tra loro e derivano da processi naturali e artificiali di combustione quali le emissioni di gas dei vulcani, l’incenerimento di rifiuti o la produzione industriale. L’esposizione alle diossine può provocare danni sia al sistema immunitario che a quello endocrino e può persino danneggiare il feto delle donne incinte. Il benzopirene, invece, è un idrocarburo policiclico aromatico che deriva da scarti di combustione di rifiuti indifferenziati, dallo scarico dei motori alimentati con combustibili pesanti e dal fumo di sigaretta. È genotossico e cancerogeno: la sostanza non viene eliminata dal nostro organismo e si lega facilmente al DNA facilitando l’insorgenza di cancri cutanei e polmonari.

I sindaci dei comuni coinvolti dalla contaminazione hanno ribadito le raccomandazioni diramate da Asl Roma 6: laddove sia visibile il fumo o l’odore dovesse essere intenso, bisogna tenere chiuse porte e finestre, limitare gli spostamenti allo stretto necessario, lavare con accuratezza frutta e verdura di produzione propria, limitare l’utilizzo di climatizzatori e pulire i vetri. Nel comune di Ciampino si è svolta la commissione consiliare tecnico urbanistica in seduta pubblica ed è stata fatta richiesta al ministero dell’Interno di maggiori mezzi di protezione civile. È stata anche già allertata la società municipalizzata per organizzare il lavaggio delle strade e rimuovere così i depositi di diossine che si sono accumulati dopo giorni.

L’episodio di Ciampino è solo l’ultimo (145° per la precisione) di una lunga scia di episodi simili nel Lazio che dura ormai da 10 anni. Secondo il rapporto annuale ecomafie 2023 [2] di Legambiente, la città metropolitana di Roma è al primo posto per il secondo anno consecutivo nella classifica per numero di ecoreati nel ciclo illegale di rifiuti e la regione Lazio è la quarta peggior regione per numero di roghi di impianti di trattamento dei rifiuti. Il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Sacchi, ha denunciato [3]: «Di impianti per il trattamento delle frazioni e aumento della raccolta differenziata a Roma non si vede neanche l’ombra, i materiali continuano a saturare i territori circostanti in discariche e capannoni e invece di trasformare i rifiuti in risorsa ambientale ed economica, nella Capitale si continua a pagare una delle tariffe più alte d’Italia mentre le distese dei rifiuti non raccolti invadono le strade, i parchi il territorio circostante e l’immagine stessa della città». Per quanto riguarda il rogo di Ciampino, Sacchi ha dichiarato: «Siamo di fronte all’ennesimo disastro nel ciclo dei rifiuti, con diossine alle stelle e giornate intere di esposizione per la cittadinanza di un intero quadrante. L’allarme adesso rientrerà, la nube si dirada e le diossine torneranno nei valori consentiti ma ormai il danno è fatto: la loro dispersione, la ricaduta e l’impatto sulla salute delle persone lo vedremo in futuro e come al solito sarà pesantissimo».

[di Roberto Demaio]