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Le chiamano ‘armi non letali’: le nuove frontiere della repressione poliziesca

Occhi persi, arti amputati, lesioni permanenti e pure parecchi cadaveri. Questi sono i risultati delle cosiddette armi non letali, le strumentazioni in dotazione delle forze di polizia per controllare piazze, strade e manifestazioni di protesta. Gas lacrimogeni, granate esplosive e stordenti, pallottole di plastica, manganelli... e ancora spray al peperoncino, taser, idranti. Fino a bombe sonore e a impulsi elettromagnetici, liquidi chimici dall'odore nauseabondo e laser accecanti. Ovunque nel mondo, soprattutto dove regnano regimi democratici, la polizia utilizza questo tipo di armi durante l...

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