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Papa Francesco ha incontrato la moglie e i figli di Assange

Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata in Vaticano la moglie del giornalista Julian Assange, Stella Morris, accompagnata dai due figli della coppia, Gabriel e Max. La notizia dell’incontro, resa pubblica dall’ufficio stampa della Santa Sede [1] e dalla stessa Morris, è stata completamente silenziata dai principali organi di stampa italiani. Che, al netto di una manciata di sporadiche eccezioni, non l’hanno nemmeno menzionata fra i trafiletti.

“Questa mattina Papa Francesco ha concesso a me e ai nostri figli un’udienza privata. Siamo sopraffatti dall’emozione”, ha scritto [2] in un tweet Morris, avvocatessa sudafricana specializzata in diritti umani, che per l’occasione ha deciso di vestirsi con un abito nero, come fosse una vedova. Eloquente la portata simbolica della scelta: Assange, fondatore dell’organizzazione WikiLeaks, è rinchiuso da quattro anni nel carcere londinese di massima sicurezza di Belmarsh per aver reso pubblici, nel 2010, documenti top secret sui crimini di guerra statunitensi in Iraq e Afghanistan. Assange e Morris si sono uniti in matrimonio lo scorso anno, proprio all’interno della struttura penitenziaria. Negli Usa, che ne richiedono l’estradizione, Assange rischia fino a 175 anni di carcere. Già nel marzo 2021, Papa Francesco aveva indirizzato al giornalista recluso in prigione una missiva di incoraggiamento, il cui testo non è mai stato rivelato.

A margine dell’incontro con Francesco, Stella Morris ha affermato [3] che il gesto del Pontefice nel riceverla è stata la prova della sua «continua dimostrazione di sostegno per la difficile situazione della nostra famiglia» e apprensione per le sofferenze del marito. «Ha fornito grande conforto, gli siamo estremamente grati per aver contattato la nostra famiglia in questo modo – ha detto ancora Morris -, capisce che Julian sta soffrendo ed è preoccupato». Morris si è inoltre detta «fiduciosa che la situazione cambierà», dal momento che ci sono molte persone in tutto il mondo, da tutte le parti del mondo qui e altrove, che stanno cercando di ottenere giustizia» e «vedere la libertà» di Assange. Lo scorso 18 giugno, al festival cinematografico Biografilm di Bologna, Stella Morris ha sostenuto [4] che, per la salvezza del marito, «l’ultima speranza è la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo».

Ieri, in occasione del 52esimo compleanno del giornalista, hanno avuto luogo manifestazioni pro-Assange nelle città di Roma, Napoli e Reggio Emilia. Oltre mille firme raccolte dal Comitato per la Liberazione di Julian Assange per un appello rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alle istituzioni sono state consegnate alla Prefettura di Milano. «Sappiamo che l’estradizione di Assange è vicina – hanno dichiarato [5] i membri dell’ente -, probabilmente potrà avvenire nei prossimi mesi, ma si è sempre in tempo per esprimersi, non solo per una questione umanitaria e in difesa del giornalismo e della libertà di parola, ma anche per una questione di interesse nazionale».

[di Stefano Baudino]