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Aereo militare precipitato a Trapani: è scontro sul segreto di Stato

Un grande alone di mistero aleggia sull’inchiesta sul caccia Eurofighter precipitato lo scorso 13 dicembre a pochi chilometri dall’aeroporto militare di Trapani Birgi, sede del 37° Stormo dell’Aeronautica. Nell’incidente perse la vita il pilota Fabio Antonio Altruda, di 33 anni, originario di Caserta. Da una parte c’è l’avvocato della famiglia di Altruda, Fabio Sammartano, che dopo aver presentato un’istanza per visionare gli esiti degli accertamenti tecnici sull’aereo ha ricevuto un diniego, proprio perché la vicenda sarebbe sottoposta a segreto di Stato. Dall’altra, c’è il contrattacco da parte dell’Areonautica Militare, che in una nota ha dichiarato non veritiera tale ricostruzione.

Il pilota tragicamente deceduto aveva maturato centinaia di ore di volo e aveva partecipato a molte operazioni oltreconfine, nell’ambito di attività di air policing Nato. Quel giorno, stava ritornando alla base di Trapani Birgi da Istrana (Treviso). Il suo aereo, che stava seguendo un altro velivolo, nel tardo pomeriggio aveva già iniziato le manovre di atterraggio e fatto scendere i carrelli. Poi la sciagura: le immagini di una telecamera di sorveglianza hanno ripreso [1] il momento della picchiata verticale del caccia e quello del successivo impatto al suolo. La salma di Altruda fu recuperata dai vigili del fuoco nell’area di Locogrande, sita a pochi chilometri a nord di Marsala, il giorno successivo a quello dello schianto. A distanza di quasi 8 mesi, i resti del velivolo sono ancora sparsi sul luogo dell’incidente.

Al momento, ci sono tre indagini aperte sull’incidente. La Procura di Trapani sta svolgendo un’inchiesta a carico di ignoti per disastro aereo e omicidio colposo. Parallelamente, l’Ispettorato per la Sicurezza dell’Aeronautica sta conducendo un’indagine amministrativa per disastro aereo, mentre la Procura Militare di Napoli sta indagando sull’ipotesi di distruzione di bene militare. Secondo l’Aeronautica militare, il capitano Altruda era di rientro da una esercitazione notturna; l’avvocato dei familiari del pilota, come racconta il contenuto di un esposto [2] presentato in Procura lo scorso gennaio, è convinto che l’aereo fosse “in fase operativa nell’ambito di una missione Nato” e che, a causare l’incidente, sia stata una “importante avaria del velivolo dovuta a omessa o cattiva manutenzione”.

Il 29 marzo era stato ritrovato e fatto brillare uno dei missili con cui l’Eurofighter era armato. Poi, nelle scorse settimane, sono stati estratti dalla scatola nera i dati di volo e le comunicazioni radio. Ciò è avvenuto in Inghilterra, presenti i periti della Procura, perché tali operazioni possono essere condotte soltanto presso la società costruttrice. E la parte civile, secondo l’avvocato Sammartano, non sarebbe stata coinvolta in questa fase proprio a causa del segreto di Stato.

Dura l’obiezione dell’Aeronautica: “In relazione alla pubblicazione di alcuni articoli apparsi recentemente su taluni organi di stampa che riportano l’asserita apposizione del segreto di stato sull’incidente che ha provocato la morte del Maggiore Fabio Altruda, tragicamente scomparso a bordo di un velivolo Eurofighter lo scorso 13 dicembre 2022 – ha sostenuto la Forza Armata in un comunicato [3] -, l’AM precisa che tali affermazioni non corrispondono a verità. Infatti tutta la documentazione d’interesse è da tempo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente. Anche la scatola nera è stata consegnata senza indugio alla predetta autorità giudiziaria e risulta a tutt’oggi sotto sequestro. Inoltre, si sottolinea con forza che l’AM continua a prestare massima collaborazione alle autorità inquirenti al fine di far luce sull’accaduto diffidando chiunque dal diffondere informazioni false, diffamatorie e del tutto avulse dalla concreta realtà dei fatti”.

La contro-replica di Sammartano non si è fatta attendere: «I familiari del povero pilota deceduto hanno diritto ed interesse, più di chiunque, a conoscere le vere cause del disastro aereo, non trattandosi di mero incidente – ha detto l’avvocato dei familiari del pilota. – È sorprendente che la Forza Armata, per la seconda volta, smentisca circostanze oggettive ampiamente documentate. Dapprima la smentita dell’impiego operativo della pattuglia aeronautica sconfessata dalle fonti a disposizione di questo difensore, ma soprattutto dal rinvenimento e distruzione di ordigni esplosivi all’interno del cratere provocato dall’impatto. Adesso la smentita dell’apposizione del segreto di Stato nonostante la competente autorità giudiziaria abbia notificato la comunicazione di detta circostanza così non consentendo l’accesso agli esiti dell’accertamento sulla scatola nera del veicolo».

[di Stefano Baudino]