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Ricerca italiana: chi ha avuto il Covid è ancora immunizzato, “vaccinarli è stato un errore”

Le difese naturali di chi ha avuto il Covid-19 si dimostrano ancora pronte a rifronteggiare il virus a due anni di distanza dall’infezione. A provarlo è lo studio condotto dai ricercatori dell’Ospedale di Legnano e pubblicato – dopo essere stato sottoposto a revisione paritaria – sulla rivista scientifica Plos One [1]. Il gruppo di ricercatori è stato guidato da Antonino Mazzone, a capo del Dipartimento di Area medica dell’ASST Ovest Milanese. Quest’ultimo ha dichiarato: «Non c’era nessun lavoro di medicina basata sull’evidenza a dimostrare che vaccinare i guariti dall’infezione avrebbe prodotto loro dei benefici. Nonostante questo, andando persino contro i principi di Galileo, la politica adottò contro la scienza la vaccinazione di tutti». Dallo studio emerge che la protezione dei guariti arriva dagli anticorpi, ma soprattutto da cellule T della memoria: “soldati” del sistema immunitario che anche a lungo termine riescono a riconoscere Sars-CoV-2, guidando e mantenendo una risposta antivirale “senza differenze significative” rispetto ai vaccinati.

La ricerca del gruppo di Mazzone, primi firmatari Arianna Gatti e Gaetano Zizzo, ha coinvolto 22 convalescenti tardivi (persone non vaccinate guarite da un’infezione documentata fino a 2 anni prima) e 13 asintomatici completamente vaccinati da almeno 4 mesi. Dall’indagine risulta che i non vaccinati e i vaccinati hanno la stessa risposta immunitaria. I tassi di reattività delle cellule T e di positività anticorpale non differiscono significativamente da quelli osservati nei vaccinati, confermando e ampliando evidenze recenti secondo cui le “risposte delle cellule T” sono “altrettanto elevate a seguito di infezione o vaccinazione”. Per questo motivo «bisognava aspettare a vaccinare chi aveva già avuto l’infezione», ha dichiarato Mazzone, che ha aggiunto: «la lezione per il futuro è che la vaccinazione va mirata. Primum non nocere». I risultati della ricerca potrebbero aprire una nuova stagione di studi in grado di influenzare il corso della giustizia e dunque dei processi relativi alla discriminazione [2] di chi ha scelto di non rispettare l’obbligo vaccinale.

[di Salvatore Toscano]