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La verità sul simbolo stampato sulla felpa di Zelensky

La recente visita di Zelensky in Italia ha scatenato numerose polemiche, tra cui le accuse di nazismo a causa di un simbolo presente sulla felpa indossata dal presidente ucraino durante gli incontri con Giorgia Meloni [1], Mattarella [2] e Papa Francesco [3]. Si tratta del Bergbauernhilfe [4], un tridente con al centro una spada, un simbolo ricondotto dai critici a Stepan Bandera e all’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN) e all’organizzazione paramilitare di estrema destra, ultranazionalista, neonazista o neofascista, Pravyj Sektor. Non affrettatevi a cercare il Bergbauernhilfe su Wikipedia, perché, come ha notato Pubble [5] in un video diventato virale, stranamente, la pagina è stata rimossa.

Premettiamo che Zelensky, seppure ebreo, non è nuovo ad ambiguità e contiguità con la retorica nazista, quindi, il fatto che si presenti con un simbolo del genere non è di per sé una notizia; desta semmai stupore che lo sfoggi in incontri istituzionali con le massime cariche dello Stato (e, non ultimo, con il pontefice). 

Non stupisce nemmeno più la macchina dell’Inquisizione digitale, tesa a difendere ogni mossa del presidente ucraino, agli occhi dell’opinione pubblica. Nel nostro Paese, ogni volta che si insinua l’ombra del neonazismo, parte la contropropaganda dei media bellicisti volta a “normalizzare” il fenomeno, dipingendo gli attivisti di estrema destra come degli eroi romantici che “leggono Kant” (si pensi all’intervista di Repubblica [6] al comandante Dmytro Kuharchuck del Reggimento Azov) o paragonando un generale neonazista Vyacheslav Abroskin a Oskar Schindler (il caso del monologo/apologia di Gramellini [7] in cui su Rai3 in cui definì Abroskin un “uomo giusto”).

Non è nemmeno la prima volta che il presidente ucraino indossa la famigerata felpa nera con il tridente contestato. Questa viene ripresa durante un’intervista [8] rilasciata nel 2023 al giornalista ucraino Dmytro Komarov, il 30 marzo 2023 un’intervista [9] rilasciata a Julie Pace di Associated Press e ad aprile durante la visita ad Avdiivka [10].

I contestatori [11], sebbene con qualche imprecisione [12] storica (per esempio aver ricondotto la fondazione di OUN a Bandera) hanno fatto notare che il vessillo sfoggiato sulla felpa del presidente non è lo stemma nazionale ucraino – uno scudo blu contenente il tryzub giallo (in ucraino: Тризуб, lett. “tridente”) – ma quello riconducibile al simbolo dei filonazisti dell’OUN, riabilitati dopo Euromaidan, e a quello dei neofascisti di Pravyj Sektor (dove il simbolo campeggia su sfondo rosso e nero con la scritta “Пра́вий се́ктор”) che nel gennaio 2014 è stato uno degli attori più importanti negli scontri in Via Hruševs’k, come parte della protesta Euromaidan. Pravyj Sektor fu coinvolto anche negli scontri che portarono all’incendio della casa dei sindacati di Odessa, avvenuto il 2 maggio 2014, in cui trovarono la morte 48 persone fra attivisti e personale del sindacato. 

La polemica ha infiammato i social, suscitando il pronto intervento delle milizie del web: i fact-checkers. Costoro, da Bufale.net [13] a Open [14], passando anche per Ilfattoquotidiano.it [15], si sono prodigati a smentire l’associazione del simbolo che campeggiava sulla felpa di Zelensky a quello di OUN e di Pravyj Sektor. Per i novelli inquisitori digitali, infatti, si tratterebbe di un grosso granchio, una allucinazione di massa: il simbolo sarebbe semplicemente un riadattamento stilistico dello stemma ucraino: «No, il simbolo sulla maglietta di Zelensky non è “suprematista”» cita la loro conclusione. Peccato che, nonostante i contorsionismi vari, nel simbolo nazionale ucraino (un tridente, appunto), non ci sia la spada di OUN e Pravyj Sektor che campeggia invece sugli indumenti di Zelensky che, è bene ripeterlo, al posto del dente centrale ha una spada. Peraltro, il debunker Claudio Michelizza [16], in un post su Facebook prova in tutti i modi ad associare il simbolo contestato a quello delle milizie terrestri ucraine: peccato che qua il simbolo della spada sia esterno al tridente e non fuso con esso. Non bastano frecce, meme e associazioni di simboli buttati a caso a sconfessare una verità evidentemente scomoda.

Il simbolo della felpa di Zelensky, infatti, seppur con una leggera modernizzazione grafica [17], è chiaramente il simbolo della OUN, l’organizzazione dei nazionalisti ucraini fondata a Vienna nel 1929. Proprio quell’anno, l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini adottò infatti il tryzub nel proprio stemma, sostituendo però il dente centrale con una spada gialla su sfondo azzurro. Il simbolo di OUN è opera del grafico ucraino, di origine cosacca, Robert Antonovich Lisovsky. Per questo, le autorità sovietiche bandirono il simbolo, rendendolo illegale [18]

Nel 1940, l’OUN si spaccò in due fazioni: i membri più moderati, sostenevano Andrij Mel’nyk (OUN-M), mentre i membri più giovani e radicali sostenevano Stepan Bandera (OUN-B), fautore dell’alleanza con la Germania hitleriana, che era entrato nell’Organizzazione nel 1931 facendo rapidamente carriera.

L’OUN-B si avvicinò molto all’ideologia del fascismo e nell’ottobre 1942 fondò l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA), guidato da Roman Šuchevič che portò a termine pulizie etniche su larga scala contro le popolazioni polacche ed ebraiche. 

Ci sono numerose organizzazioni politiche ucraine di estrema destra che oggi asseriscono di essere eredi delle tradizioni politiche dell’OUN, comprese Svoboda, Pravyj Sektor, l’Assemblea Nazionale Ucraina e il Congresso dei Nazionalisti Ucraini. Secondo The Jerusalem Post [19], a seguito della rivoluzione ucraina del 2014, l’opinione pubblica nei riguardi di Stepan Bandera e altri collaborazionisti è stata sempre più positiva. Nel 2010, infatti, gli è stato conferito dal presidente Juščenko, il titolo di eroe dell’Ucraina, poi revocato, sebbene la sua figura sia talora utilizzata come simbolo del nazionalismo ucraino da frange minoritarie neonaziste.

[di Enrica Perucchietti]