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La Polonia contro Pfizer: “i contratti sui vaccini anti-Covid vanno modificati”

Nel pieno della pandemia da Covid-19, la Commissione europea strinse un accordo con Pfizer, prevedendo la fornitura di 1,1 miliardi di dosi di vaccino. Secondo gli impegni presi, l’Unione europea dovrebbe continuare ad acquistare il prodotto di punta targato Pfizer/BioNTech anche quest’anno, nonostante i dati sul Covid e la decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che lo scorso 5 maggio ha dichiarato [1] la fine dell’emergenza pandemica disposta a gennaio 2020. Alla luce di tale evoluzione, il ministro della Salute polacco Adam Niedzielski ha chiesto a Pfizer di rivedere i contratti di acquisto dei vaccini «per alleggerire l’onere finanziario» ed evitare che migliaia di dosi vengano sprecate. Il colosso statunitense «non è disposto a mostrare un livello soddisfacente di flessibilità e a fare proposte realistiche che rispondano alla mutata situazione sanitaria in Europa», ha scritto Niedzielski nella lettera indirizzata a Pfizer.

La richiesta avanzata alla multinazionale statunitense segue due direttrici, che partono da Bruxelles e Varsavia. Anche la Commissione europea starebbe, infatti, tentando di rinegoziare gli accordi ma invano. Così, a marzo ha autorizzato la Polonia ad agire autonomamente per modificare il contratto con Pfizer. Da qui la lettera inviata dal ministro della Salute Adam Niedzielski, che ha scritto: «anche il profitto negli affari dovrebbe avere i suoi limiti». Si tratta del primo Paese membro ad avanzare la richiesta di rinegoziazione dei contratti sui vaccini anti-Covid per ridurne le forniture. «Dato l’andamento della pandemia, la maggior parte delle dosi verrà distrutta a causa della domanda e della durata di conservazione limitata», ha fatto notare l’esecutivo polacco.

Nelle ultime ore, i contratti tra l’Unione europea e Pfizer sono tornati al centro del dibattito pubblico. A febbraio, il quotidiano statunitense New York Times aveva citato [2] in giudizio la Commissione europea per non aver reso pubblici i messaggi che la presidente Ursula von der Leyen ha scambiato con il CEO di Pfizer Albert Bourla nel 2021 in merito all’acquisto dei vaccini contro il Covid-19. Prima dell’iniziativa giudiziaria era intervenuto il Mediatore europeo Emily O’Reilly. Secondo l’organo comunitario, la Commissione avrebbe lavorato all’insegna della cattiva amministrazione in riferimento alla richiesta, avanzata dal giornalista Alexander Fanta, di recuperare i messaggi e pubblicarli. Una mancata cooperazione che stride con i valori e i principi inseriti nei trattati fondativi dell’Unione europea.

[di Salvatore Toscano]