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Nella laguna di Venezia nasce il bosco che moltiplica i pesci

Suona come un miracolo e per certi versi lo è: Venezia sta rimettendo in piedi un bosco la cui sola esistenza è in grado di garantire che le acque sottostanti si riempiano con più di 10mila nuovi pesci all’anno. Succede a Lio Piccolo, una frazione del Comune di Cavallino Treporti che si trova nella Laguna Nord. Qui Etifor, una ‘costola’ dell’Università di Padova, ha progettato la piantumazione di 12.000 alberi lungo i 15 ettari di argini delle valli da pesca abbandonate. Si tratta di aree separate dalla laguna aperta – attraverso una recinzione – nella quale un tempo si praticava la vallicoltura, una tecnica di itticoltura estensiva. All’interno di queste ‘vasche’, il pesce si riproduce sfruttando esclusivamente fenomeni naturali, come sole, vento e maree: la particolare conformazione delle valli di Lio Piccolo, infatti, consente – e lo ha fatto per secoli – a diverse specie ittiche di trovarvi rifugio, proprio per via della protezione offerta dagli alberi disposti sugli argini, che intervallano le zone umide. Qui i pesci sentono di essere al sicuro e dispongono di tutto ciò di cui necessitano: cibo naturale e un luogo accogliente dove depositare le proprie uova.

Tali luoghi, tuttavia, negli ultimi 30 anni hanno subito un lento degrado, dovuto principalmente all’abbandono delle terre. E così gli alberi che tutelano i pesci sono scomparsi, e la popolazione ittica si è drasticamente (di conseguenza) ridotta. Le speranze, ora, sono tutte riposte nel team tecnico di Etifor, che si è detto pronto a rivitalizzare l’area, rendendola ancora più funzionale attraverso l’impianto di alberi adatti a proteggere le acque dal sole quando fa più caldo, e dal gelo invernale quando ce ne sarà bisogno. Mantenendo così la temperatura lagunare costante e idonea ad accogliere orate, branzini, boseghe, caustelli, volpine, verzelate e lotregani e così via.

Le piante inoltre aiuteranno i pesci a proteggersi dagli uccelli predatori lagunari, e le loro radici rafforzeranno ulteriormente gli argini stessi. Motivo per cui l’iniziativa ha intenzione di proseguire nel tempo, con l’obiettivo di «arrivare a piantare 50.000 alberi nei prossimi 5 anni», come ha spiegato Lucio Brotto di Etifor. Così da arrivare in circa un decennio – come stimato dallo stesso –  ad una produzione aggiuntiva di oltre 100.000 pesci, grazie al solo contributo della foresta protettiva disposta a filari lungo gli argini.

[di Gloria Ferrari]