- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

Lombardia, la regione mette il bavaglio ai giornalisti: stop al portale di interventi del 118

Da una decina di giorni, i cronisti lombardi non hanno la possibilità di informare i cittadini sulle emergenze mediche. Infatti, il nuovo assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso – fedelissimo del governatore Attilio Fontana – ha deciso di bloccare la sezione dedicata alla stampa del sito internet di Areu, l’Agenzia regionale per l’emergenza urgenza gestita dalla Regione, attraverso cui giornalisti avevano accesso alle informazioni relative agli interventi del 118, come quelli di ambulanze, auto mediche ed elisoccorso.

Lo spazio web riservato ai reporter di Real time – Areu, attivo dal 2012, ha offerto ai giornalisti la possibilità di consultare i primi dettagli su episodi riguardanti eventi violenti, malori o incidenti che abbia coinvolto auto, moto, biciclette, monopattini o pedoni in luoghi pubblici, consentendogli di arrivare in loco ed esaminare la situazione nell’immediatezza dei fatti, per poi raccontarli ai cittadini. Nello specifico, i cronisti potevano reperire sul portale – cui accedevano con username e password dopo essersi registrati – informazioni su sesso, età e indirizzi dei coinvolti, nonché sulle motivazioni dell’intervento dei mezzi di soccorso, sugli ospedali di destinazione e sull’eventuale partecipazione della polizia. Eppure, venerdì 14 aprile, la sezione del sito è stata chiusa di punto in bianco, senza alcun preavviso, scatenando le proteste del Gruppo Cronisti Lombardi e dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e Nazionale.

La scorsa settimana, una delegazione di giornalisti è riuscita a incontrare Bertolaso, ma la situazione non si è sbloccata. “Guido Bertolaso – hanno riferito [1] Alg, cronisti, Ordine regionale e nazionale – durante l’incontro non ha accettato di riaprire il servizio, ma ha parlato di valutare col ministero della Salute e il Garante della Privacy la funzionalità del portale, prima di decidere se e come riaprirlo. Una risposta inaccettabile, che a nostro avviso mostra la volontà di non riaprire”. All’inizio, la chiusura del servizio era stata imputata a non ben precisate esigenze di manutenzione. Ma le parole utilizzate da Bertolaso dopo l’incontro con i giornalisti lasciano spazio a molti punti interrogativi: in una nota, l’assessore ha parlato di una “decisione maturata dall’esigenza di rimodulare il servizio alla luce dei mutamenti che anche l’informazione ha subito dal 2012”, dal momento che “purtroppo con l’avvento dei siti di informazione online, nei quali troppo spesso lavorano giornalisti senza il dovuto riconoscimento contrattuale previsto dalla categoria, oggi abbiamo rilevato che i tempi per elaborare le notizie si sono ridotti drasticamente compromettendo, in taluni casi, di accertare la realtà dei fatti e la completezza dell’informazione”.

Gli operatori dell’informazione sono allora passati al contrattacco [2], mettendo in scena una protesta sotto la sede della Regione Lombardia, cui hanno aderito sia l’ordine Lombardo che quello nazionale dei giornalisti. «I cronisti non hanno più accesso alle informazioni del 118, di conseguenza l’informazione è monca. Parliamo di incidenti, di eventi diciamo problematici dal punto di vista sanitario, sia individuale che collettivo – ha riferito il presidente dell’associazione lombarda dei giornalisti Paolo Perucchini. Fa specie che l’assessore al Welfare abbia iniziato da poco il suo impegno e di fronte all’emergenza sanitaria che questa regione sta vivendo il primo intervento che fa è quello di spegnere l’informazione, come se non facendo sapere che cosa accade si risolva il problema dell’assistenza o della sanità lombarda». Perucchini ha evidenziato che Regione Lombardia non ha «attivato servizi alternativi a questo sistema», e che, nonostante la promessa di «attivare un numero regionale sostitutivo», sono stati soltanto aperti «quattro numeri di telefono sulle quattro aree regionali a disposizione dei giornalisti per sole tre ore al giorno».

A margine dell’incontro avuto con i giornalisti, Bertolaso aveva dichiarato [3] di aver chiesto ai suoi interlocutori di “attendere due settimane” per poter usufruire di “un servizio più coerente con tutto il sistema dell’emergenza, dal soccorso sul posto fino alla presa in carico nei Pronto Soccorso, proprio per fornire una comunicazione più attendibile ed esaustiva“. A giorni si capirà dunque se l’assessore sarà effettivamente stato di parola e, soprattutto, quali modifiche subirà il servizio rispetto alla sua attuale versione.

[di Stefano Baudino]