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Amsterdam sarà il primo grande aeroporto europeo a vietare i jet privati

Con lo scopo di ridurre le emissioni di anidride carbonica e l’inquinamento acustico, l’aeroporto di Amsterdam-Schiphol abolirà i voli notturni e quelli dei jet privati entro il biennio 2025-2026. A renderlo noto è stato lo stesso aeroporto tramite un recente comunicato [1], nel quale si legge che “gli aerei non decolleranno più tra le 00:00 e le 06:00”, “non ci saranno più atterraggi tra le 00:00 e le 05:00” e sarà introdotto il “divieto di jet privati”. Misure che fanno parte di una serie di decisioni che garantiranno “un’aviazione più silenziosa, pulita e migliore”, con cui sarà attuato un cambio di rotta che appare oltremodo necessario. Basterà ricordare che i jet privati provocano “una quantità sproporzionata” di rumore e di emissioni di anidride carbonica – maggiori di “circa 20 volte” rispetto a quelle di un volo commerciale – e lo fanno inutilmente, essendo “disponibili sufficienti servizi di linea per i luoghi generalmente raggiunti dagli stessi”.

È anche per questo, dunque, che l’aeroporto ha preso tali decisioni, che genereranno risultati tutt’altro che irrilevanti. Secondo le stime, infatti, esse produrranno “10.000 voli notturni in meno ogni anno”, con “il numero di residenti locali aventi gravi disturbi del sonno che diminuirà di circa 13.000 unità (54%)”. A beneficiarne quindi saranno le persone, che verranno messe “al primo posto”, e l’ambiente, grazie alle minori emissioni che verranno rilasciate.

«Abbiamo pensato alla crescita ma troppo poco al suo impatto per troppo tempo», ha affermato Ruud Sondag – l’amministratore delegato della società di gestione aeroportuale Royal Schiphol Group – precisando di essere consapevole che tali scelte «possono avere implicazioni significative per l’industria aeronautica» ma aggiungendo che esse sono ad ogni modo «necessarie». Dichiarazioni evidentemente non casuali, visto che le compagnie si sono già mostrate contrarie al piano reso noto dal ministro delle infrastrutture olandese, Mark Harbers, che negli scorsi mesi aveva annunciato di voler ridurre il numero di voli annui a Schiphol, facendo sì che da 500mila diventassero 440mila. Come riportato [2] dal quotidiano olandese Het Parool, infatti, la misura è stata recentemente bloccata (quantomeno per quest’anno) da un giudice di Haarlem, tramite una sentenza arrivata in seguito all’opposizione da parte delle compagnie aeree e delle associazioni di categoria.

Se però finora tale misura era l’unica a voler mettere un freno al numero di voli dell’aeroporto di Amsterdam-Schiphol, adesso ad affiancarsi ad essa c’è il progetto dell’aeroporto, che come detto porterà benefici alle persone ed all’ambiente. Entusiasta la reazione delle associazioni ambientaliste, che hanno colto l’occasione per chiedere misure simili anche nel resto d’Europa.Un’ottima notizia per il clima del Pianeta e per la salute delle persone che abitano nei dintorni, dal momento che i jet privati sono la forma di trasporto più inquinante che esista”, ha dichiarato [3] Greenpeace, sottolineando poi come sia arrivato il momento di “chiedere che i jet privati siano vietati in Italia e in tutta Europa”. Una necessità che l’organizzazione già da tempo ha fatto presente al governo italiano, al quale ha chiesto con una petizione [4] di “vietare i voli a corto raggio e i jet privati” nonché di introdurre un “biglietto climatico” per treni e trasporti pubblici che li renda più accessibili.

Una richiesta più che legittima, dato che non solo i jet privati sono altamente inquinanti ma i voli degli stessi in Europa sono aumentati nettamente l’anno scorso. Secondo quanto emerso da un rapporto [5] dell’organizzazione, infatti, nel 2022 i voli dei jet privati sono cresciuti del 64% rispetto all’anno precedente arrivando ad essere oltre 572mila, con 55.624 di questi che secondo le stime sono partiti dall’Italia. Le emissioni prodotte dai voli, inoltre, sono raddoppiate rispetto al 2021, arrivando a “superare quelle prodotte annualmente da 550 mila cittadini europei”. Un dato allarmante, soprattutto se si considera che “il 55% di questi voli ha percorso una distanza inferiore a 750 km, in molti casi percorribile con alternative più sostenibili come il treno”. Un dettaglio, quest’ultimo, che conferma come l’utilizzo degli inquinanti jet privati sia del tutto non necessario: la speranza, dunque, è che il fenomeno venga arginato in maniera sempre maggiore.

[di Raffaele De Luca]