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A 14 anni dal terremoto L’Aquila non si è ancora liberata dei cantieri

Erano le 3:32 del 6 aprile del 2009 quando una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 inghiottì l’Aquila e altri 56 altri borghi, uccidendo 309 persone, ferendone 1.500 e lasciandone senza un posto in cui stare almeno 100mila. Sono passati 14 anni da quella notte e, a parte le commemorazioni a cui hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, la città è ancora un cumulo di impalcature e cantieri. Con notevoli differenze tra l’avanzamento della ricostruzione privata e quella pubblica, come dimostrano i dati.

L’USRC (Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere, definita così un’area colpita da terremoto,) dice che [1], per quanto riguarda i lavori portati avanti privatamente sia all’Aquila che nelle zone limitrofe, risultano 426 istruttorie avviate nel 2022 e 76 nel 2023 per progetti di riparazione con miglioramento sismico di aggregati/edifici, relative a 4000 immobili in totale; 626 cantieri in corso ad oggi nel Cratere; 201 cantieri in corso nei comuni Fuori Cratere; 83 pratiche ricadenti nel Cratere con lavori avviati nel 2022 e 23 pratiche con lavori avviati nel 2023 relativi rispettivamente a 784 e 219 immobili per un valore di 113 milioni;  6 pratiche con lavori avviati nel 2022 Fuori Cratere; lavori conclusi nel 2022 per 854 immobili e per 82 immobili nel 2023 nel Cratere; lavori conclusi per 184 immobili nei comuni Fuori Cratere nel corso del 2022.

Uno stato dei lavori che, seppur a distanza di così tanti anni si sperava fosse un po’ più avanzato, risulta comunque più efficiente rispetto al pubblico.

Dati USRC sull'avanzamento dei lavori pubblici e privati [2]
Dati USRC sull’avanzamento dei lavori pubblici e privati

Roberta Gargano dell’Associazione “Città di Persone”, di cui fanno parte residenti e commercianti del centro storico dell’Aquila, sentita dall’Ansa [3], si è mostrata piuttosto preoccupata. «Non abbiamo idea di cosa sarà la città in futuro, non c’è un piano. Tentennano l’illuminazione pubblica, il ritiro della spazzatura, gli allacci ai servizi. Mancano i parcheggi. Molti residenti non riescono ancora a rientrare per queste problematiche, sono infatti tante le case in affitto e in vendita», spiega. Colpa di appalti che non decollano, ditte che alla fine falliscono, lavori che cominciano e poi si fermano del tutto, o si prendono una pausa, spesso perché «i soldi stanziati non sono in cassa», come ha ribadito il vicesindaco Raffaele Daniele.

E a soffrirne è soprattutto l’economia, che non riesce a rimettersi in piedi: d’altronde le condizioni per farlo non ci sono, e fra gli 800 commercianti che hanno avuto il coraggio di riaprire la propria attività, molti non riescono a vedere possibilità di ripresa. Complice il megacantiere che chiude strade e piazze, e tiene lontani i clienti. «Tante case ricostruite non vengono ancora riabitate per il problema dei parcheggi o per i tempi degli allacci ai servizi. I clienti che arrivano vengono da fuori e hanno difficoltà ad arrivare. Al Comune abbiamo chiesto parcheggi. Rischiamo di chiudere i negozi», commenta Ugo Mastropietro, presidente di Conflavoro Pmi L’Aquila.

E se da una parte soffrono i commercianti, con l’eredità lasciata dal sisma devono fare i conti pure gli studenti, che per andare a scuola hanno bisogno dell’auto, visto che gli istituti sono spesso piuttosto lontani. Nel centro, infatti, non ci sono edifici che rispettano gli standard per garantire attività didattiche secondo l’attuale modello, e forse non ci saranno più. Il sindaco Pierluigi Biondi ha riferito all’Ansa che l’attuale amministrazione ha avviato un piano da oltre 31 milioni per 8 strutture scolastiche, a cui si aggiungono 8 milioni del Pnrr stanziati per due scuole. Ma, osservando l’andazzo degli ultimi anni – e del Pnrr, verrebbe da dire – potrebbero volercene altri 14. E intanto studiare diventa complicato, con i trasporti che non coprono tutte le aree e i rumori e le polveri sprigionate dai cantieri.

L’USRC dice di aver introdotto all’inizio di quest’anno nuove modalità di approvazione delle istanze di contributo per la ricostruzione privata, la relativa assegnazione dei finanziamenti e il trasferimento delle risorse di cassa per accelerare l’avvio dei cantieri. Ben venga dare un’accelerata a tutto il sistema, ma il problema, però, è – e rimane -l’arretratezza del pubblico.

[di Gloria Ferrari]