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Firenze: quindicimila in piazza con gli operai della GKN

Ieri a Firenze quindicimila persone (cinquemila secondo la questura) hanno risposto presente all’appello lanciato dai lavoratori ex-GKN, prendendo parte alla mobilitazione organizzata dal collettivo di fabbrica e RSU. A distanza di un anno e mezzo dalla messa in liquidazione, i cittadini non hanno fatto mancare la propria vicinanza ai lavoratori e, al grido di “Insorgiamo”, hanno sfilato per le strade di Firenze. Nello stabilimento di Campi Bisenzio, centinaia di persone rischiano di perdere definitivamente il lavoro; per questo motivo, reindustrializzazione della fabbrica e lotta alla delocalizzazione [1] sono stati i temi-cardine della protesta. Fin dalla sua convocazione, l’iniziativa aveva raccolto centinaia di adesioni individuali – come quelle del presidente della Regione Eugenio Giani e del segretario regionale del Pd Emiliano Fossi – e associative, tra cui la sigla sindacale Fiom-Cgil e Ultima generazione. Presenti anche i familiari delle vittime della strage [2] di Viareggio, l’incidente ferroviario che il 29 giugno del 2009 costò la vita a 32 persone, ferendone più di un centinaio.

“Difendere la fabbrica dall’assedio”. Le parole usate dai lavoratori durante il corteo lasciano intendere la lontananza dalla nuova gestione targata Francesco Borgomeo, nonostante le premesse iniziali fossero altre. Così come invocato dalle istituzioni locali e dai sindacati, anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha chiesto a QF di ritirare la procedura di liquidazione volontaria, mettendo a disposizione, durante un incontro a febbraio, il Fondo del credito per le cooperative e il Fondo di salvaguardia di Invitalia. La nuova gestione è però intenzionata a tenere la propria posizione (non tanto diversa da quella  [3]della multinazionale a cui è subentrata), nonostante gli impegni di reindustrializzazione presi dopo aver rilevato la fabbrica. Da quasi sei mesi, inoltre, le circa trecento tute blu dello stabilimento di Campi Bisenzio non percepiscono alcun salario per via di un braccio di ferro tra QF e INPS, risolto qualche giorno fa dal Tribunale del Lavoro di Firenze. La sentenza ha sancito che, per il periodo di copertura CIGS (fino al 9 ottobre 2022), il pagamento è a carico dell’INPS, mentre QF dovrà corrispondere ai lavoratori l’importo di paga pieno per il restante periodo.

[di Salvatore Toscano]