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Controllare il tempo: la chiesa cattolica e l’invenzione del calendario gregoriano

Da quando c’è questo calendario e perché? E cosa c’era prima? Quella che segue è la storia di quando la chiesa cattolica s’impadronì del tempo. Era il 1582. Ma faceva le prove già da un pezzo: gli alti campanili delle chiese con le loro campane, oggi utilizzate per richiamare i fedeli alla messa, vennero utilizzate per scandire la vita dei contadini durante tutto il medioevo. In un’epoca in cui ancora non esistevano gli orologi e solo i nobili avevano clessidre e meridiane, le campane ti svegliavano la mattina per andare a lavorare nei campi, ti avvisavano della pausa pranzo e al tramonto ti dicevano che era ora di tornare a casa. Era il 1582, dicevamo. Sullo scranno papale sedeva Gregorio XIII e il calendario in uso era quello giuliano promulgato da Gaio Giulio Cesare nel 64 avanti Cristo: partiva dalla fondazione di Roma (il 21 Aprile 753 a.C. secondo il nostro calendario). Pertanto nel 1582 secondo la gente dell’epoca si era in realtà nell’anno 2335. Ma cosa aveva di sbagliato questo calendario?

Beh vi sembrerà strano ma aveva 365 giorni e 1 anno bisestile ogni 4. Come il nostro sembrerebbe, vero? Infatti la differenza è minima.

L’anno bisestile viene inserito perché la Terra non gira intorno al sole in 365 giorni netti ma in qualcosina in più… Ora, se questo qualcosina in più fosse 6 ore all’anno non ci sarebbero problemi. 6×4=24, inserendo 1 giorno ogni 4 anni saremmo a posto. Il problema è che la Terra gira intorno al sole in 365 giorni 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Questa sia pur piccola differenza, nel periodo intercorrente tra la nascita del calendario (64 a.C.) e il 1582, aveva di fatto creato uno sfasamento tra la data segnata sul calendario e la data reale. Infatti, gli astronomi si resero conto mediante calcoli sul sole che il calendario segnava il 10 marzo ma in realtà era il 21 marzo. Papa Gregorio XIII approfittò di questa discrepanza e chiamò a sé i migliori astronomi e matematici per elaborare un nuovo calendario che ponesse Gesù Cristo al principio del tempo. Come la Chiesa la calcolò resta tutt’oggi un mistero. Ad ogni modo, per recuperare quei giorni si passò da giovedì 4 ottobre 2335 (calendario giuliano) a venerdì 15 ottobre 1582 (calendario attuale). Molta gente scese in piazza in quanto si sentì derubata di 10 giorni della propria vita.

Ma, alla fine, cosa è cambiato rispetto al calendario giuliano? Semplicemente che nel nostro calendario gli anni secolari (1700, 1800, 1900, 2000, 2100) sono bisestili solo se divisibili per 400. In pratica un anno secolare ogni quattro è di 366 giorni. Lo è stato il 2000, non lo era il 1900 non lo sarà il 2100. Perfetto il nostro calendario quindi? No, perché perde un giorno ogni 3323 anni e succederà nel 4905.

Per ultimo vediamo perché il Natale ortodosso cade il 7 Gennaio così come altre feste sono sfasate di 13 giorni rispetto a quelle cattoliche. Attenzione: il 7 Gennaio è la data del calendario gregoriano. E il motivo è molto semplice: quando nel calendario giuliano è il 25 Dicembre in quello gregoriano (quello che utilizziamo noi) è il 7 Gennaio. Ma come? Non abbiamo appena visto che nel 1582 i giorni di differenza erano solo 10? Certo ma nel frattempo nel calendario giuliano gli anni 1700, 1800 e 1900 sono stati bisestili mentre nel nostro (gregoriano) no, pertanto lo sfasamento tra il nostro calendario e quello giuliano è di 13 giorni.

[di Mario Pisciotta – capitolo estratto dal saggio Tutto quello che (forse) non sai sulla Chiesa Cattolica]