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L’Ue continuerà a fornire armi a Kiev grazie al “Fondo per la pace”

L’Unione Europea continuerà a garantire gli aiuti militari all’Ucraina prelevando risorse dalla Facility europea per la pace (Epf). Un fondo [1] che, nel portale dell’Ue, è descritto come necessario a “migliorare la capacità dell’Unione di prevenire conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale” e il cui bilancio è finanziato dai contributi degli Stati membri sulla base del loro Pil. Fino allo scoppio della guerra in Ucraina, l’Epf era stato utilizzato per il supporto alle forze armate bosniache, a quelle georgiane, della Mauritania, del Ruanda e all’Unione Africana, ma dall’anno scorso è stato sfruttato per la prima volta nella storia al fine di acquistare armi letali da destinare ad un Paese impegnato in guerra. L’ennesimo e incredibile paradosso.

Quando è stato istituito, nel 2021, il fondo ammontava 5,7 miliardi di euro. Ma attraverso un’operazione lanciata da Joseph Borrell, Alto rappresentante dell’Ue, una grande fetta di quella quota è stata impiegata per finanziare la guerra in Ucraina: mettendo mano a 3,6 miliardi dell’Epf, dall’inizio del conflitto sono stati acquistati 325 carri armati, 200 sistemi di lanciarazzi multipli, 1.000 droni, 36 elicotteri d’attacco e un grande quantitativo di missili. Lo scorso dicembre, i Paesi dell’Ue hanno deciso di rimpinguare le casse del fondo con altri due miliardi. Così, mercoledì scorso, Borrell ha avanzato l’idea [2] di utilizzarne uno per acquistare munizioni da destinare a Kiev. Come rivelato dal “Financial Times”, infatti, in una lettera all’Ue il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha recentemente richiesto [3] alle controparti europee di rifornire le sue forze armate con 250mila proiettili di artiglieria al mese, affermando che ogni 30 giorni i soldati ucraini consumano mediamente 110mila proiettili da 155mmm, ovvero un quinto della propria capacità massima.

Sul punto, Borrell ha proposto commesse all’industria bellica con l’obiettivo di aumentare la produzione di munizioni, nonché di indire gare d’appalto congiunte degli Stati dell’Ue per acquistarne sul mercato. A fine febbraio, in occasione del primo anniversario dell’operazione militare russa in Ucraina, l’Alto rappresentante dell’Ue aveva messo in guardia gli Stati membri sulla scarsità di munizioni per le truppe di Kiev: “L’Ucraina usa tutti i giorni munizioni pari alla produzione europea mensile. In base alla capacità industriale attuale possiamo soddisfare la necessità dell’Ucraina in sei anni. Ed è inaccettabile”. Ecco perché, secondo i vertici Ue, è necessario muoversi sui binari un’acquisizione centralizza di armi per continuare a sostenere efficacemente Kiev. Che, fino ad oggi, ha potuto contare su un totale di 14,3 miliardi di aiuti militari arrivati dall’Europa.

[di Stefano Baudino]