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“È antisemita”: il Comune di Francoforte vuole vietare il concerto di Roger Waters

La città di Francoforte ha annullato il concerto dell’ex membro dei Pink Floyd, Roger Waters, previsto per il prossimo 28 maggio, a causa delle sue dure posizioni verso Israele, ma anche per le opinioni che ha espresso recentemente sul conflitto in Ucraina. Il musicista è stato definito «l’antisemita più conosciuto al mondo» per aver criticato il governo israeliano ed è stato altresì condannato per quanto ha espresso al Consiglio di Sicurezza dell’ONU rispetto al conflitto in Ucraina. Waters, infatti, aveva affermato di condannare «l’invasione, ma anche chi l’ha provocata».

In passato, l’artista ha paragonato il governo di Tel Aviv al nazismo, accusandolo anche di adottare misure simili a quelle dell’apartheid sudafricano. Durante i concerti pare abbia fatto discutere per aver liberato in aria palloncini a forma di maiale con la stella di David disegnata sopra. Non stupisce, dunque, che la Comunità ebraica della città abbia salutato con favore la decisione delle autorità cittadine: «Siamo particolarmente orgogliosi della nostra Francoforte», si legge nel loro comunicato ufficiale. Similmente, il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, ha affermato che «La decisione della città di Francoforte e del Land dell’Assia dimostra che l’antisemitismo, nell’arte e nella cultura, non deve essere tollerato», aggiungendo anche che la decisione «Deve essere un segnale per tutte le altre sedi del tour tedesco di Roger Waters».

Il concerto avrebbe dovuto svolgersi nella Festhalle di Francoforte, di proprietà della Frankfurter Messe GmbH, di cui la città di Francoforte detiene il 60% e il Land dell’Assia il 40%. Il che ha agevolato la risoluzione degli azionisti. Se la sala fosse stata gestita interamente da privati, invece, l’annullamento [1] del concerto non sarebbe stato scontato. Infatti, al momento sono confermati gli altri concerti previsti in Germania, tra cui quello di Berlino dove si esibirà il 17 e il 18 maggio e quelli di Amburgo, Colonia e Monaco (7 maggio, 9 maggio, 21 maggio).

Roger Waters si è sempre distinto per l’indipendenza delle sue idee attirandosi critiche, ma anche lodi per il coraggio di andare controcorrente rispetto ad una narrazione univoca e inscalfibile,  dove chiunque non si allinei alle posizioni atlantiste e sioniste in politica estera viene automaticamente accusato di sposare posizioni antidemocratiche e antisemite. Il che mostra come in quella che viene definita una “democrazia perfetta”, quella occidentale, paradossalmente non sia lecito criticare duramente uno Stato – quello israeliano – confondendo l’antisionismo con l’antisemitismo, sebbene le due cose non coincidano affatto, e usando strumentalmente i due termini come sinonimi per stigmatizzare chiunque critichi Tel Aviv.

Già lo scorso anno, Waters era stato inserito [2] nella lista nera dei nemici di Kiev, stilata dal portale Myrotvórets, un sito web ucraino fondato nel 2014 che classifica come “criminali” e “terroristi” tutti coloro «nelle cui azioni siano presenti segni di crimini contro la sicurezza nazionale dell’Ucraina», ma anche che non si schierano apertamente a favore della causa di Kiev nella guerra contro la Russia, criticando la condotta dell’amministrazione ucraina. Il musicista non si è fatto comunque intimidire dalle accuse e dalla schedatura, continuando, invece, a esprimere le sue idee, seppure criticate da molti, compresi ex colleghi e personaggi dello spettacolo.

In Italia il polistrumentista britannico è atteso a fine marzo. Il suo tour «Roger Waters this is not a drill tour» farà tappa nel Belpaese per sette date: a Milano il 27, 28, 31 marzo e primo aprile e a Bologna il 21, 28 e 29 aprile.