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WGS: il nuovo vertice delle élite per il Governo mondiale

Dal 13 al 15 febbraio scorsi si è svolto a Dubai (EAU) il World Government Summit (WGS, Vertice del Governo Mondiale), la più recente e aggiornata versione del più “datato” World Economic Forum di Davos. A differenza di quest’ultimo, tuttavia, il nome dell’evento suggerisce più esplicitamente l’intenzione di creare una cooperazione e un’interdipendenza globale tale da permettere l’instaurazione di un vero e proprio governo unico globale”, come del resto ha confermato il magnate Elon Musk intervenendo in videoconferenza al Vertice. Il summit ha visto la partecipazione di più di 250 ministri e più di 10.000 funzionari governativi, oltre a quella di 80 organizzazioni internazionali, regionali e governative. Al summit hanno preso parte personalità quali Klaus Schwab, Fondatore e Presidente Esecutivo del World Economic Forum, nonché membro permanente del WGS; Kristalina Georgieva, amministratore delegato del Fondo monetario internazionale; Ngozi Okonjo-Iweala GCON, Direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio; Dr Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo slogan dell’edizione 2023 era “Dare forma ai governi del futuro”, sottendendo implicitamente la demolizione degli Stati sovrani attraverso un modello di governance imposto dall’alto.

Sono sei i temi principali trattati durante le sessioni dell’incontro: «l’accelerazione dello sviluppo e della governance, il futuro delle società e dell’assistenza sanitaria, l’esplorazione delle frontiere, il governo della resilienza economica e della connettività, la progettazione e la sostenibilità della città globale e la definizione delle priorità Apprendimento e lavoro», come si legge [1] sul sito dell’organizzazione. All’interno delle sessioni si sono quindi approfonditi i temi cardine su cui si fonda la “governance globale” già affrontati ampiamente a Davos, quali la digitalizzazione di tutti gli aspetti della vita umana e sociale, il clima e l’economia verde, le epidemie, i vaccini e l’intelligenza artificiale. Sono questi, infatti, gli elementi in grado di accelerare quell’interconnessione e cooperazione globale volta a dare vita ad un governo sempre più unificato e diretto da una élite globale coincidente soprattutto con il potere finanziario. In altre parole, sono quelle che il WEF ha definito “sfide globali” per affrontare le quali è necessario affidarsi alla governance 4.0 che prevede un governo sempre più accentrato e verticalizzato in cui il ruolo dei governi è destinato ad essere soppiantato dalle grandi istituzioni globali pubbliche e private.

L’intervento di Klaus Schwab al Vertice ha poi tolto ogni dubbio sui progetti futuri che la cupola internazionale sta tentando di imporre all’intera umanità, ossia l’alterazione della stessa natura umana per mezzo delle biotecnologie, delle neuroscienze e dell’ingegneria genetica, le quali promettono la possibilità di alterare il genoma umano, di modificarne il Dna e, addirittura, di leggere i pensieri della mente. Nel loro insieme questi elementi concorrono alla definizione del cosiddetto transumanesimo. Già nel suo libro dedicato alla Quarta rivoluzione industriale, Schwab scriveva che «Il fatto che ora sia molto più facile manipolare con precisione il genoma umano all’interno di embrioni vitali significa che è probabile che in futuro vedremo l’avvento di neonati progettati che possiedono particolari caratteristiche o che sono resistenti a una specifica malattia». Al WGS ha spiegato, invece, che «Ci stiamo muovendo lungo un percorso di sviluppo esponenziale. L’intelligenza artificiale è una manifestazione di questo sviluppo, ma non solo l’intelligenza artificiale, ma anche i meta universi, le nuove tecnologie spaziali, la biologia sintetica. La nostra vita tra circa dieci anni sarà molto diversa, sarà influenzata da tutte queste tecnologie. Chi le possiede, in un certo senso, possiederà il mondo». Non è mancato poi un riferimento alle grandi trasformazioni geopolitiche in corso, tra cui lo storico passaggio al “mondo multipolare” accelerato dalla guerra in Ucraina. Secondo [2] Schwab, i cambiamenti politici in atto nel mondo «stanno trasformando il globo da un mondo unipolare a un mondo multipolare. «Questo ci impone di rafforzare la cooperazione e migliorare il coordinamento a livello di governi, paesi e istituzioni per mantenere i quadri della cooperazione internazionale».

A mettere in discussione il progetto di un governo globale, alterando quindi l’atmosfera del summit, è stato il magnate Elon Musk, fondatore di Tesla e Space X. «So che questo si chiama Vertice del governo mondiale, ma penso che dovremmo essere un po’ preoccupati nell’andare troppo nella direzione di un unico governo mondiale», ha affermato [3], infatti, il multimiliardario. Questo perché un unico governo mondiale potrebbe comportare un «collasso della civiltà»: se, infatti, si avesse una «singola civiltà», il “crollo” di quest’ultima coinvolgerebbe l’intero sistema e nulla ne resterebbe al di fuori. Musk ha fatto l’esempio della caduta di Roma nel V secolo e del mondo islamico: «Mentre Roma stava cadendo, l’Islam stava crescendo, quindi avevi un califfato che andava bene mentre Roma andava terribilmente. E questo finì per essere una fonte di conservazione della conoscenza e di molti progressi scientifici». Ha aggiunto quindi che «se siamo troppo una singola civiltà, allora l’intera cosa potrebbe crollare».

Le intenzioni dell’élite globale circa l’intenzione di instaurare una governance sempre più unificata – con la relativa soppressione dei governi nazionali – sono ormai alla luce del sole, sebbene i rapidi mutamenti negli assetti internazionali e l’opposizione di una minoranza potrebbe quantomeno rallentare un progetto che il WEF persegue da sempre e che dal 2013 ha una sua più esplicita sede di dialogo e di progettazione nel WGS.

[di Giorgia Audiello]