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Messaggi von der Leyen-Pfizer: il New York Times porta in tribunale l’UE

Il quotidiano statunitense New York Times ha citato in giudizio la Commissione europea per non aver reso pubblici i messaggi di testo che la presidente Ursula von der Leyen ha scambiato con il CEO di Pfizer Albert Bourla nel 2021. La Commissione, sostiene il quotidiano, ha l’obbligo legale di rendere pubblici i messaggi, all’interno dei quali potrebbero essere contenuti dettagli rilevanti riguardo i contratti per l’acquisto di vaccini contro il Covid-19, dal valore di miliardi di dollari. Il caso “Stevi e New York Times contro Commissione” è stato pubblicato [1] sul registro pubblico della Corte di giustizia dell’Unione europea (CURIA) e fa seguito all’indagine del 2022 condotta [2] dal Mediatore europeo Emily O’Reilly. Secondo quest’ultima, la Commissione avrebbe lavorato all’insegna della cattiva amministrazione in riferimento alla richiesta, avanzata dal giornalista Alexander Fanta, di recuperare i messaggi e pubblicarli. Dunque una mancata cooperazione da parte dell’organo esecutivo dell’Unione che, come riportato nelle indagini, non avrebbe nemmeno chiesto in modo esplicito all’ufficio personale del Presidente di cercare i messaggi incriminati.

Nell’aprile del 2021 era stato [3] lo stesso New York Times ad accendere i riflettori sulla corrispondenza informale tra Ursula von der Leyen e Albert Bourla in merito all’acquisto dei vaccini contro il Covid-19. Dinanzi alla richiesta di pubblicazione dei messaggi, la Commissione ha affermato di non averli conservati a causa della loro “natura effimera e di breve durata” e per questo non contenenti “informazioni importanti su politiche, attività o decisioni della Commissione”. Si è dunque attivato il Mediatore europeo, l’organo comunitario deputato a indagare sulle denunce relative ai casi di cattiva amministrazione da parte delle istituzioni dell’Unione. Quest’ultimo, dopo aver definito le affermazioni della Commissione come «problematiche su diversi punti», ha deciso di aprire un’indagine. È stata così identificata una cattiva amministrazione, ossia l’incapacità di svolgere i propri doveri e responsabilità in modo corretto e completo, da parte dell’organo guidato da Ursula von der Leyen. Le indagini hanno avuto un duplice effetto, politico e giuridico. Nel primo caso, si sono attivati [4] gli eurodeputati a capo della commissione speciale del Parlamento europeo sul Covid-19. Questi ultimi hanno deciso di chiedere a von der Leyen di comparire pubblicamente davanti alla commissione, con l’obiettivo di indagare sul ruolo svolto nell’ambito della negoziazione dell’imponente contratto con Pfizer. Sul piano giuridico, invece, la Commissione sarà chiamata a rispondere del caso di fronte alla CURIA, con il New York Times nelle vesti di denunciante.

[di Salvatore Toscano]