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Lo scandalo corruzione travolge il governo ucraino

Arresti, licenziamenti e dimissioni forzate: è quanto sta accadendo in Ucraina, dove, nel bel mezzo del conflitto, si è assistito a un terremoto politico di vastissime proporzioni e probabilmente non ancora concluso. Dopo l’arresto avvenuto per mandato dell’Ufficio nazionale anticorruzione del viceministro delle Infrastrutture, Vasyl Lozynskiy, sono arrivate le dimissioni forzate di ben otto personalità di spicco del governo ucraino nonché il licenziamento di alcuni governatori degli Oblast ucraini. Tra mazzette, appalti gonfiati e furti, il governo ucraino ha dovuto mettere in atto un vasto rimpasto in piena guerra.

Il viceministro delle Infrastrutture, Vasyl Lozynskiy, è stato arrestato [1] il 21 gennaio scorso su mandato dell’Ufficio nazionale anticorruzione che lo accusa di aver accettato, dal settembre scorso, l’equivalente di 400.000 dollari di tangenti su appalti riguardanti l’approvvigionamento di generatori di elettricità. Coloro che invece si sono dimessi forzatamente sono: il vicecapo dell’Ufficio presidenziale, Kyrylo Tymoshenko, il viceministro della Difesa, Vyacheslav Shapovalov, il viceministro della Politica Sociale, Vitaliy Muzychenko, i viceministro per lo Sviluppo della Comunità, Ivan Lukerya e Vyacheslav Negoda, i vicecapo del Servizio statale dei Trasporti Marittimi e Fluviali, Anatoliy Ivankevych e Viktor Vyshnyov, nonché il del viceprocuratore generale, Oleksiy Simonenko. La motivazione alla base di questo scossone politico è la dilagante corruzione che serpeggia in Ucraina a tutti i livelli e che è venuta a galla mettendo sotto i riflettori importanti personaggi di governo. Si va dagli appalti [2] truccati e gonfiati al fine di favorire aziende amiche di personaggi appartenenti al sistema ucraino delle porte girevoli e/o per fare la cresta gonfiando il costo della merce e dei servizi acquistati dai ministeri.

Inoltre, a seguito della riunione del Consiglio dei ministri che ha avuto luogo martedì 24 gennaio, in merito ai decreti del Presidente, Volodymyr Zelensky, sono stati licenziati [3] cinque governatori delle amministrazioni statali regionali: Valentyna Reznichenko (Dnipropetrovsk); Oleksandra Starukha (Zaporizhia); Dmytro Zhyvytsky (Sumy); Yaroslav Yanushevycha (Kherson); Oleksiy Kuleba (Kiev). Quest’ultimo è in realtà stato spostato a ricoprire il ruolo di vicecapo dell’Ufficio presidenziale lasciato da Kyrylo Tymoshenko, mentre gli altri sono stati cacciati proprio per i rapporti tutt’altro che trasparenti avuti con Tymoshenko.

Già nell’estate scorsa emerse uno scandalo di corruzione che riguardava il ministero della Difesa e il suo Direttore del Dipartimento degli appalti pubblici, Bohdan Khmelnytsky, accusato di aver sottratto indebitamente 580.000 dollari in relazione [4] ad appalti per l’acquisto di munizioni; dall’indagine emerse che altri due cittadini ucraini erano coinvolti e che nell’operazione era stata utilizzata una società offshore nel Bahrain.

Inoltre, si sono verificati casi di furto da parte di aziende coinvolte in appalti statali come, per esempio, derrate alimentari destinate all’esercito, e che solo in parte venivano consegnate, rivendute sul mercato nero. Alla metà di gennaio, sono state sequestrate diverse tonnellate [5] di derrate alimentari a lunga scadenza che l’azienda, con appalto assegnato dal ministero della Difesa, doveva consegnare all’esercito e che invece era pronta a rivendere.

Zelensky non è di certo l’immacolato Presidente, “il servo del popolo” ammirato nella serie TV che lo ha reso celebre e pronto al salto dalla finzione alla realtà. Nel 2021, insieme alla sua cerchia ristretta, il presidente ucraino è finito nello scandalo riguardante i così detti Pandora Papers, facendo emergere i suoi conti offshore [6] nelle Isole Vergini britanniche, in Belize e a Cipro. Inoltre, sempre Cipro [7] risulta essere la destinazione di 5,5 miliardi di dollari che l’oligarca Ihor Kolomoisky, sponsor principale del successo comico e politico di Zelensky, insieme al suo socio Hennadiy Boholiubov, ha dirottato dall’ucraina PrivatBank.

Ovviamente, in un Paese con un altissimo tasso di corruzione, nel bel mezzo di una guerra, tenuto in piedi e salvato dal fallimento grazie a decine di miliardi di dollari e di euro in aiuti e finanziamenti da parte dell’Occidente, molti sono coloro che vogliono prendersi per sé qualcosa dell’enorme torta di interessi che è l’Ucraina. Inoltre, è interessante notare come il rimpasto di governo, ad eccezione del licenziamento dei governatori delle amministrazioni statali regionali, abbia interessato solamente i “vice” e che – per il momento – nessuno di coloro che si trova alla guida dei ministeri sia stato scalfito dal terremoto politico.

[di Michele Manfrin]