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Regno Unito: troppi scioperi? Il governo liberista punta a vietarli

A seguito dell’ondata di scioperi senza precedenti che sta investendo il Regno Unito nelle ultime settimane e che coinvolge diversi settori dei servizi pubblici con la richiesta di un adeguato aumento salariale, a fronte di un tasso di inflazione del 10% nel 2022, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha presentato alla Camera dei Comuni una legge volta a restringere la possibilità di scioperare. Il provvedimento intende garantire il livello minimo di servizio in settori chiave quali la sanità, l’istruzione, i trasporti, la sicurezza delle frontiere e il nucleare, obbligando così parte dei lavoratori a svolgere le proprie mansioni durante le mobilitazioni. Di tutta risposta, i sindacati hanno dichiarato di essere pronti a intraprendere azioni legali.

Si preannuncia uno scontro totale tra la forza lavoro e il primo ministro Rishi Sunak. Se il disegno di legge dovesse essere approvato, i lavoratori che dovrebbero garantire il livello minimo dei servizi potrebbero essere licenziati in caso di assenza e dunque di partecipazione agli scioperi. Il piano del primo ministro conservatore appare chiaro: sventare il pericolo di proteste massicce e durature – più volte verificatesi nel corso degli ultimi decenni nel Regno Unito – colpendo gli scioperi, che oltre la Manica sono configurati [1] non come un diritto ma come una libertà la quale diventa più o meno soggetta a restrizioni a seconda degli indirizzi politici e dei governi che si succedono nel Paese. In piena linea con il progetto neoliberista che a partire dagli anni ‘70 si è diffuso a livello globale, trovando terreno fertile nel Regno Unito soprattutto con Margareth Thatcher al governo (1979 – 1990). Con Rishi Sunak a Downing Street pare sia tornato di prepotenza al centro delle priorità dell’esecutivo la flessibilità, elemento cardine della teoria neoliberista. Flessibilità nell’adeguare i livelli di produzione ai segnali lanciati dal mercato o nella gestione della forza lavoro, sempre più in balia dei propri datori. Il tutto inserito nella cornice della deregolamentazione, alleato storico dell’instabilità e insicurezza tra i lavoratori.

[di Salvatore Toscano]