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La Questura ha chiesto la sorveglianza speciale per un attivista ambientale

Il questore di Pavia ha proposto la sorveglianza speciale per il ventenne Simone Ficicchia, militante di Ultima Generazione, il gruppo di attivisti per il clima che intende attirare l’attenzione pubblica e delle istituzioni sul tema attraverso blitz quali il blocco del traffico o l’incollarsi ai vetri protettivi delle opere d’arte. A Ficicchia, il 15 dicembre scorso, sono stati contestati reati quali il blocco stradale, il danneggiamento e la resistenza (“sempre passiva”, specifica l’attivista), per un totale di una trentina di episodi avvenuti nel corso di tutto il 2022. Tra le misure previste dalla sorveglianza speciale vi potrebbero essere l’obbligo di non allontanarsi dal Comune di residenza per un tempo da uno a cinque anni, di non frequentare determinate persone o ambienti o di non uscire di casa in determinati orari (ai fini di impedire e ostacolare il compimento di iniziative criminose). La questione sarà dibattuta dal Tribunale di Milano il prossimo 10 gennaio.

In seguito alla proposta del Tribunale, non si sono fatte attendere le parole di Ultima Generazione, intermediate dall’avvocato Gilberto Pagani: “I militanti di Ultima Generazione conducono azioni di protesta in modo assolutamente pacifico, volte a sbloccare l’inazione politica che impedisce la prevenzione di gravi conseguenze dovute al collasso eco-climatico. Si tratta di azione diretta per sottrarre la cittadinanza dall’inazione dei pochi al potere. Tutto ciò è il contrario del rappresentare un pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubbliche. Assimilare questi cittadini a mafiosi, terroristi e malavitosi è un insulto all’intelligenza, alla verità e alla decenza. Questa proposta di misura di prevenzione è un atto eminentemente politico, che proviene direttamente da una Questura, cioè dal ministero degli Interni e dal Governo. Agendo in tal modo questi organismi pubblici manifestano quanto stia loro a cuore la salvaguardia dell’ambiente e il futuro dell’umanità. Siamo oltre la criminalizzazione del dissenso: qui è in gioco non soltanto il diritto di esprimere le proprie opinioni ma la sopravvivenza dell’umanità sul nostro pianeta.”.

Nella citazione del Tribunale di Milano, infatti, si parla di Simone come “soggetto socialmente pericoloso”, “denunciato e condannato più volte”. Tuttavia, al momento, non è presente alcun processo in corso a lui riferito e mai c’è stata alcuna condanna, neppure come decreto penale. La resistenza a pubblico ufficiale di cui il Tribunale parla, inoltre, fa riferimento, in realtà, alla resistenza passiva da sempre adottata dai partecipanti alle azioni nonviolente di Ultima Generazione.

Successivamente sono arrivate anche le dichiarazioni del diretto interessato: “Noi cittadini e cittadine di Ultima Generazione paghiamo le conseguenze delle nostre azioni. Siamo consapevoli di ciò che facciamo e ce ne assumiamo la responsabilità, agendo pacificamente e a viso scoperto, sempre. Non possiamo però permetterci di continuare a pagare le conseguenze per l’inadempienza delle istituzioni e del nostro Governo nel contrasto del collasso eco-climatico. Noi cittadini di Ultima Generazione paghiamo le nostre conseguenze, ma quando lo farà chi davvero è responsabile del perpetrarsi e del peggioramento del più grande dramma della nostra epoca?”. Queste le parole di Simone.

In vista della discussione, Ultima generazione ha organizzato un presidio di solidarietà a Simone martedì 10 gennaio alle ore 10, davanti al Tribunale di Milano.

Va specificato che di norma, la sorveglianza speciale è una misura disciplinata dal decreto legislativo n. 159 del 2011 (noto come “Codice antimafia”) e prevista per essere applicata a soggetti dediti al malaffare, a traffici delittuosi e alla commissione di reati che mettono in pericolo la sicurezza e l’incolumità pubbliche. Nulla a che vedere con quanto commesso da Simone. Va sottolineato, inoltre, che la legittimità costituzionale di questa misura è stata più volte discussa sia in Italia che in Europa. La questione riguarda in particolare la conformità di quest’ultima ai principi contenuti nella CEDU (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali), in quanto per essere applicata necessita solo di indizi, senza nessuna prova di commissione di illeciti.

[di Iris Paganessi; Foto di Ultima Generazione]