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Il colosso bancario HSBC annuncia l’addio alle fonti fossili (ma andrà tenuto d’occhio)

Una delle maggiori banche europee, HSBC, ha annunciato [1] che non finanzierà più nuovi giacimenti di petrolio e gas come parte della sua politica climatica. Per gli attivisti, che nel tempo hanno fatto pressioni sull’istituto finanziario, si tratta di un grande passo in avanti che si spera serva d’esempio per le altre grandi banche. Il 14 dicembre scorso, infatti, l’istituto ha pubblicato un aggiornamento alla propria politica sull’energia in cui annuncia di non essere più disposto a fornire nuovi prestiti o finanziamenti per i nuovi giacimenti legati alle fonti fossili e alle infrastrutture ad essi connesse. La banca londinese, una delle più grandi al mondo con 40 milioni di clienti e un fatturato di oltre 46 miliardi di euro, ha poi dichiarato che comunque, «in linea con l’attuale e futura diminuzione della domanda globale di petrolio e gas», continuerà a fornire finanziamenti ai progetti di combustibili fossili esistenti.

Una buona notizia che va tuttavia presa con le pinze. L’HSBC non è infatti nuova a prendere impegni ambiziosi in favore dell’ambiente, anzi. Già oltre due anni fa, nel 2020, la banca si era formalmente impegnata a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero e ad investire più di 900 miliardi di euro in fonti rinnovabili. Ma, recentemente, l’organizzazione inglese Shareaction ha reso noto uno studio [2] che, al contrario, ha evidenziato una realtà incoerente con le ambizioni dichiarate. Per un totale di 55 miliardi di euro erogati dalla firma dell’Accordo di Parigi in poi, di cui quasi 9 nel solo 2021, HSBC a febbraio 2022 era infatti ancora la prima finanziatrice europea di nuovi giacimenti fossili. Da qui le accuse di greenwashing e le proteste, culminate ora in una revisione del piano di sostenibilità dell’istituto. Ad ogni modo – dichiara Jeanne Martin, a capo del programma sulle banche della ONG Shareaction – «un segnale forte ai giganti dei combustibili fossili e ai governi: l’interesse da parte delle banche per il finanziamento di nuovi giacimenti di petrolio e gas sta diminuendo e si stabilisce ora un nuovo livello minimo di ambizione per tutte le banche impegnate per lo zero netto».

Allargando lo sguardo alle 25 maggiori banche europee, emerge come tutte si siano impegnate per azzerare le proprie emissioni nette entro il 2050, o meglio, seppur in modo diversificato, tutte hanno già definito dei piani per ripulire progressivamente i propri finanziamenti. Ma tra le parole e i fatti le cose spesso sono molto diverse, al punto che non di rado vengono scovate delle falle nei documenti politici delle banche. La propaganda verde è di grande moda e sempre dietro l’angolo e la stessa HSBC ne ha già ampiamente abusato. Oltre a non aver rispettato le promesse citate in precedenza, alcuni suoi annunci incentrati sulla sostenibilità sono stati ad esempio bannati, dall’organizzazione UK di autoregolamentazione del settore pubblicitario, perché ritenuti “ingannevoli”. La sentenza al riguardo, la prima nel suo genere, ha evidenziato quanto le dichiarazioni su come la banca stesse piantando alberi e riducendo le emissioni fossero in contrapposizione con i non menzionati 14 miliardi di sterline di finanziamento ai combustibili fossili e alla deforestazione.

[di Simone Valeri]