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Butac contro L’Indipendente: quando gli “sbufalatori” dovrebbero cambiare mestiere

Nei giorni scorsi Butac, uno dei tanti siti autonominatisi “cacciatori di bufale” presenti sul web, ha pubblicato un contenuto nel quale accusa L’Indipendente di aver diffuso una fakenews. L’articolo in questione è “Vaccini, ricercatrice Pfizer: Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo costruendo” da noi pubblicato il 19 novembre e che Butac ha contrassegnato come articolo “sensazionalista” ed addirittura esempio di “mala-informazione”. Come sempre, visto che da quando siamo nati ci siamo impegnati a mettere al primo posto la verifica delle fonti, abbiamo preso molto sul serio la loro denuncia, pronti a fare una rettifica se effettivamente ci avesse dimostrato di aver sbagliato qualcosa. Ma ancora una volta – e non è la prima – quello che abbiamo trovato è stato un articolo disonesto, scritto male, inesatto e con passaggi al limite della diffamazione. Una questione che avremmo anche lasciato cadere se non fosse che siti come Butac – che pomposamente afferma che la sua missione è quella di “porre davanti a tutto la scienza e la correttezza dell’informazione” – si comunicano come porti sicuri per chi vuole un’informazione affidabile. Ma il proprio mestiere di fatto non lo sanno fare, o più semplicemente non gli interessa farlo per pregiudizio o interessi di bottega. Ma andiamo con ordine in questa vicenda.

In merito alle dichiarazioni di Kathrin Jansen, responsabile della ricerca e sviluppo dei vaccini presso Pfizer, rilasciate durante un’intervista con Nature, il sito Butac ci ha accusato di aver estratto le frasi dal contesto per produrre una interpretazione di comodo di quanto affermato da Jansen. Procedendo per punti, non solo confermiamo quanto riportato nel nostro articolo [1] ma rivolgiamo l’accusa allo stesso sito denominato Butac.

Innanzitutto, notiamo come il sito in questione non riporti il link al nostro articolo presso cui i lettori di Butac avrebbero potuto verificare l’intero contenuto dell’articolo, come noi invece facciamo adesso con il medesimo [2], e come abbiamo fatto con l’intervista integrale di Jansen su Nature [3]. Ovviamente non abbiamo riportato per intero la trascrizione dell’intervista ma utilizzato le parti che abbiamo ritenuto di maggior interesse pubblico, salvo, come già detto, mettere il link dell’intervista completa con cui i lettori possono, in autonomia, leggerla. Se parliamo di contesto, dunque, Butac nel suo articolo rivolto contro di noi, lo elimina. Non solo. Tutta l’accusa si aggrappa riportando due sole frasi del nostro articolo: un virgolettato di Jansen e un’affermazione dell’autore.

Il virgolettato in questione è: «Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo». Veniamo accusati di aver estrapolato la frase dal contesto e di averla utilizzata a nostro piacimento. Eppure, ciò di cui veniamo accusati è proprio quanto fatto dall’accusatore stesso. Infatti, il virgolettato di Jansen riportato era parte di uno più esteso che Butac dimentica di riportare ma che vi facciamo leggere di seguito.

«Siamo diventati creativi: non potevamo aspettare i dati, dovevamo fare così tanto a rischio. Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo […] Tutta la burocrazia è caduta. Stavamo facendo le cose in parallelo, guardando i dati e facendo la produzione. Di solito, la produzione non viene coinvolta fino a distanza di anni in un programma».

Dunque, il contesto c’è, eccome; piuttosto, è proprio Butac che non fornisce il contesto facendo sembrare che avessimo utilizzato solamente quella frase. Forse le altre affermazioni di Jansen che abbiamo riportato non facevano comodo a Butac?

Andiamo avanti. L’altra frase sotto accusa è la parte finale di un intero paragrafo quasi del tutto composto da un virgolettato di Jansen: «In altre parole, sperimentazione e produzione hanno proceduto sullo stesso binario e senza soluzione di continuità, in continuo aggiornamento mentre milioni e miliardi di dosi di prodotto venivano vendute e inoculate». In merito a questo Butac dice: «La prima parte della frase è corretta, la seconda è sbagliata. Jansen, difatti, quando parla dell’aereo pilotato mentre viene costruito fa specifico riferimento non alla fase di inoculazione dei vaccini, bensì a quella precedente di produzione e sperimentazione».

Intanto partiamo da una precisazione che dovrebbe essere ovvia ma evidentemente nella redazione di Butac non lo è. Per ogni prodotto, quale che sia, ci sono fasi distinte: sperimentazione, produzione (in serie), vendita. È chiaro che se una persona acquista un’automobile, questa venga consegnata dopo che è stata sperimentata e prodotta. Per quanto concerne il vaccino, come detto da Jansen, solitamente la fase di produzione avviene molti anni dopo la fase di sperimentazione. Per il vaccino/farmaco per il Covid-19, come ammesso dalla scienziata, la fase di sperimentazione e produzione sono invece procedute in parallelo. Quindi, in sostanza, sperimentazione e produzione sono state parte di un’unica fase, anziché di due ben distinte. In altre parole, la fase di produzione (quella in cui si produce in serie miliardi di dosi destinate al mercato) è avvenuta mentre avveniva la sperimentazione stessa. E che cos’è che viene quindi poi venduto e inoculato? Il prodotto risultato dalla fase di produzione. Quest’ultima però, come detto dalla stessa Jansen (e come Butac dice di essere giusto, bontà loro) è avvenuta in contemporanea con la sperimentazione.

Occorre ricordare a questo punto che il vaccino non era già stato prodotto nelle decine di miliardi di dosi occorrenti, ma è le dosi sono state distribuite e somministrate mano a mano che venivano prodotte. Non vi era quindi uno stock da cui gli Stati hanno attinto una sola volta. Infatti, ricorderete, che coloro che hanno voluto fare l’iniezione non hanno potuto farla quando hanno voluto ma hanno dovuto aspettare il proprio turno: prima i sanitari, poi fragili e anziani, poi per progressive fasce di età. Perché? Perché le dosi non erano ancora state prodotte a sufficienza. Se quindi, come sappiamo, e confermato da Butac, sperimentazione e produzione sono andate di pari passo, mentre l’inoculazione è avvenuta man mano che le due precedenti fasi andavano a braccetto, conseguenza logica, e fattuale, miliardi di dosi sono state inoculate senza soluzione di continuità durante la monofase sperimentazione/produzione. Si tratta di una ovvietà basata su fatti, gli stessi che Butac dice di voler difendere senza saperli (o volerli) leggere.